di MOWA
Ero a Roma il 15 ottobre e prima di fare commenti, ho atteso, volutamente, che trascorressero diversi giorni dai fatti accaduti per vedere se la mia esperienza fosse corrispondente a quanto riportato negli articoli che leggevo sui quotidiani o nei servizi che passavano in televisione e, a parte qualche eccezione, nessuno ha pubblicato con la giusta incidenza le immagini dei momenti che hanno preceduto gli incidenti.
È vero che sono stati commessi reati da “vandali” che hanno distrutto, incendiato, imbrattato le cose ma, se non diamo la possibilità di ricostruire ciò che è accaduto precedentemente agli scontri non ci sarà nessuna verità, ma solo qualche fobica e avulsa rabbia.
Cercherò di contribuire con delle immagini per dare un volto a coloro i quali, nascosti tra i manifestanti, si sono dati da fare per creare disordini e violenza nichilista con l’obiettivo di screditare il valore dell’iniziativa.
Voglio premettere che molte foto non sono tecnicamente perfette perché vi era del rischio personale a scattarle ma valgono per il valore della ricostruzione e sono frutto di consapevole desiderio di verità storica. Devo anche dire che, alcune scritte fatte sui muri, sono state parole d’ordine precise rivolte agli incappucciati mentre erano dentro il corteo per far loro cambiare atteggiamento trasformandolo da “attesa” ad aggressivo. Tant’è che sentii alcuni di loro commentare: “Hai letto? Adesso dobbiamo andare!” Da quel momento nel corteo tutto è cambiato, in peggio purtroppo! Auto date alle fiamme, vetrine infrante, ecc. e bombolette fumogene per non farsi riconoscere.
Quindi, alcuni di questi scorrevano ai lati della manifestazione, scrivevano sui muri parole d’ordine e quelli dislocati all’interno del corteo agivano di conseguenza.
Ho anche sentito un ragazzotto sui 20anni, nel classico abbigliamento nero, con i calzoni quasi calati sui glutei, sfilarsi da alcuni compari e provare a urlare scandendo “Berlusconi bastardo” e, non vedendo i manifestanti reagire favorevolmente allo slogan, ingiuriarli con un: “Ma che cazzo d’italiani siete!?”
Breve episodio che identifica nel linguaggio l’estraneità culturale da chi manifestava.
Ho immortalato, nelle immagini, persone di età diverse, che sentivo parlare una lingua diversa dall’italiano e che mi hanno fatto supporre che la veicolazione del fenomeno nichilistico possa trasmigrare da un paese all’altro diventando una palestra da esportare o importare qualora ve ne fosse l’esigenza. A chi servivano costoro, visto che i 500 mila manifestanti non avevano intenti bellicosi?
Nel nostro paese abbiamo subìto, negli anni passati, già diverse volte, episodi d’intralcio alla democrazia con organizzazioni come Gladio, “Anello” o “noto servizio”, oppure “Avanguardia Nazionale”, “Ordine nuovo”, “Ordine Nero”, oppure “Brigate Rosse”, “Potere Operaio”, “Autonomia Operaia”, ecc. tutte sigle che hanno avuto a che fare, in un modo o nell’altro, con la NATO o forze straniere.
Ho visto ed immortalato persone che, estranee agli intenti della manifestazione, fotografavano i veicoli bruciati o altri atti truculenti ed avevano sul volto un sorrisetto compiaciuto per quanto era stato fatto, mentre indossavano un abbigliamento simile a quello ritratto su molte fotografie comparse sui quotidiani e raffiguranti gli scontri.
Dall’altra ci sono gli “ordini sbagliati” dati dalle forze dell’ordine le quali, attraverso i loro ufficiali, invitavano, sbarrando l’accesso ad altri luoghi fuori dal corteo, i turisti, i disinteressati, ed altri a: “Ritornare verso la manifestazione perché lì non sarebbe successo nulla e che, qualora fosse successo qualcosa, sarebbe stato con e verso di noi.” Invece…
Mi sono persuaso che ciò che è accaduto a Roma il 15 ottobre, non sia casuale ma frutto di una volontà precisa che ha saputo ben organizzare gli incidenti. Inoltre, qualcuno “tarato mentale”, forse né ha tratto “godimento” personale nel rivedere le immagini dopo la devastazione.
Mi tornano alla mente le parole di Cossiga quando sollecitava il Ministro degli Interni ad adottare procedure “non convenzionali” per screditare le manifestazioni e questa, credo, ne sia l’ennesima prova.
Ho la sensazione che qualcuno voglia “giocare” su due fronti per sfibrare le capacità organizzative e di risposta degli oppressi: il primo, quello del e nel provocare disordini nelle occasioni pubbliche come manifestazioni, ecc.; il secondo, ben più importante invece, quello culturale che ha dato rilevanza mediatica a “leader” che lavorano da diverso tempo per la destrutturazione dei partiti comunisti come Agnoletto, Vendola, Casarini, ecc. con l’unico intento, invece, di depotenziare le capacità teoriche e di risposta ad un sistema che porta verso l’eliminazione forzata dei conflitti di classe e, che tende, verso una pace sociale… nel pieno rispetto della fase transitiva, quella del caos, ben lontana dagli insegnamenti comunisti.
D’altronde troppa è l’assonanza con i piani di repressione del Governo e la volontà di distruzione dei capisaldi della nostra Costituzione.
Che sia, anche questa, una coincidenza?
Una delle chiusure attuato dalla Polizia
da: http://iskra.myblog.it/archive/2011/10/23/dens-dŏlens-34-gli-incappucciati.html