Foto: Guantanamo…
di Domenico Marino
La differenza di civiltà, al di là della ricchezza di beni, tra Cuba e gli U.S.A sta in questa semplice constatazione:
Cuba non ha mai fatto del male all’America, non gli ha fatto mai guerre. Ha fatto la sua rivoluzione socialista è ha sempre cercato di andare per la sua strada.
La “democratica” America diversamente gli ha mosso guerra e riversato odio fin dall’inizio della sua esperienza (1959) come stato autonomo e socialista.
Ha organizzato la vile invasione della baia dei porci (1961). Tentativo operato da un gruppo di esuli cubani (Criminali, spacciatori, biscazzieri, galeotti e quanto di peggio era fuggito da Cuba non trovando più di che delinquere in uno stato socialista) e di mercenari, addestrati dalla CIA nell’intento malriuscito di conquistare l’Isola.
Occupa indebitamente il suolo cubano con la base di Guantanamo adibita a campo di prigionia e tortura, o meglio, per usare una definizione più calzante, un moderno e “attrezzatissimo” LAGER.
E soprattutto impone protervamente un pesante embargo (El bloqueo) commerciale, economico e finanziario che cominciò subito dopo la rivoluzione (1960) e via via venne inasprito fino al 1996 con la legge Hemls-Burton. Tale legge appesantisce l’embargo e stabilisce che gli Stati Uniti ritireranno tutti i finanziamenti verso le organizzazioni internazionali che violeranno l’embargo e annullerà le importazioni verso quei paesi che effettueranno traffici con Cuba.
Quindi non è Castro che ha impedito ai cubani di avere maggiori beni.
Dopo tutte queste vessazioni subite dal popolo cubano, i media e i giornali parlano solo del “feroce dittatore” Fidel Castro ma non della acredine, vera e propria cattiveria, che il governo Americano ha sempre “vomitato” nei confronti di uno stato a suo modo libero.
– Per inciso tutti i veri dittatori del Sud America e oltre, come i terribili Castelo Branco (Brasile), Pinochet (Cile), Videla-Agosti-Massera (Argentina), Somoza (Nicaragua), and many more.., non subirono mai alcun embargo; anzi vennero incoraggiati e favoriti – .
E dopo il danno naturalmente segue anche la beffa (per così dire…).
I “civilizzati” dissidenti “americanizzati”, gente molto spesso prezzolata per fuggire da Cuba (in America vieni agevolato a livello amministrativo solo se fuggi da Cuba non se fuggi, ad esempio, da Boko Haram) esultano e fanno caroselli per festeggiare la morte di Castro. Innalzando indebitamente la bandiera cubana.
Inoltre per non perdere in “stile”: Nessuna delegazione ufficiale “ammerricana” verrà mandata a Cuba per il funerale del Lider Maximo.
Mi viene da cantare: “Ma l’america, l’america ha paura! Altrimenti non si spiega come faccia nel vedere in uno stato in miniatura questa orribile minaccia”
Tuttavia Cuba dal canto suo non s’è mai scomposta, e non si scompone, più di tanto. Nonostante tutto è ben pianificata.
Non si è mai intromessa nella politica americana e certamente non ha mai esultato o festeggiato per la morte di qualsivoglia presidente americano, anche se a rigore avrebbe avuto ragioni più che condivisibili.
E’ una questione di civiltà oltre che di stile!
“Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono.” (Malcom X)