plus55.com Alla guerra perpetua tra i taxi e Uber si aggiunge un altro capitolo. Lunedì Eduardo Paes, sindaco di Rio de Janeiro, ha firmato una legge che vieta il trasporto a pagamento di passeggeri alle autovetture private. Il comune di Rio ha votato la legge lo scorso Venerdì. Il testo dice che solo i taxi registrati hanno il diritto di trasportare passeggeri come attività a pagamento. I conducenti che non rispettano la sentenza sono passibili di sanzioni pesanti.
Ma anche dopo l’approvazione di questa legge per il momento nulla cambia per i conducenti di Uber perché una precedente decisione giudiziaria permette alle applicazioni come Uber di operare fino a quando la legislazione federale deciderà in materia. I membri del consiglio di Rio, però, hanno dichiarato che cercheranno di affrettare la decisione.
In una dichiarazione Uber ha detto che la società avrebbe completamente ignorato la nuova legge: “Con l’approvazione di una legge ridondante che va contro gli interessi della città, [Eduardo] Paes ignora le migliaia di persone che utilizzano l’applicazione per generare il reddito per sé e le loro famiglie.”
Problemi in arrivo per Uber?
Oltre alla forte opposizione da parte della lobby di taxi, le applicazioni di trasporto devono anche affrontare battaglie legali che potrebbero compromettere il loro business plan. Già nel mese di settembre, un gruppo di autisti ha intentato una causa contro Uber chiedendo di essere considerati dipendenti formali con tutti i diritti e i benefici connessi. Nel caso di una perdita della causa i servizi della app diventerebbero molto più costosi.
Se la causa intentata dai conducenti di Uber dovesse essere confermata dal sistema giudiziario brasiliano si creerebbe un precedente che consentirebbe a più di 10.000 altri piloti di invocare gli stessi diritti: 13 buste paga di un anno, vacanze pagate, come anche le prestazioni pensionistiche. Oggi loro sono considerati solo come conducenti autonomi che utilizzano Uber come piattaforma per la connessione con i passeggeri. Pagano all’azienda una tariffa per corsa, che può ammontare al 25 per cento.
29 novembre 2016