Siamo consapevoli che certe dichiarazioni possano far male, tanto più, se arrivate dal presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, ma stante quanto stanno combinando i parvenu della politica odierna con la Costituzione, come si fa a non capire.
Noi, sentiti i pareri di diversi legali, abbiamo fatto di più, abbiamo dato indicazione di denunciare tutti coloro che si sono resi artefici per non aver rispettato la sentenza della Corte Costituzionale che indicava altre vie.
Questi modelli:
Penale-usurpazione-potere-politico
Esposto-contro-la-cessione-della-sovranità-nazionale
Sale, infatti, la preoccupazione delle varie cariche sia istituzionali che politiche tanto da preoccupare l’establishment al punto da fare giochetti con le schede elettorali e, forse, chissà, sull’andamento dell’elezione referendaria stessa.
MOWA
Il presidente del Tribunale di Bologna: “Chi vota Sì è repubblichino”
Redazione- Il Comitato di presidenza del Csm ha dato mandato al procuratore generale della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare, di occuparsi del caso del presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, che su Facebook aveva definito la riforma costituzionale (il testo era stato pubblicato dalla Gazzetta di Reggio) fondata su “corruzione” e “clientelismo“.
Il vertice del Csm ha anche inviato l’articolo alla Prima commissione perché valuti se ci sono gli estremi per un eventuale trasferimento d’ufficio per incompatibilità funzionale.
“Una maggioranza spuria e costituzionalmente illegittima non può cambiare la costituzione trasformandone l’anima, rubando la democrazia ai cittadini – aveva attaccato Caruso – e non basta il plebiscito dell’eventuale vittoria del Sì a sanarne i vizi di legittimità. I sinceri democratici che credono al Sì riflettano. Nulla sarà come prima e voi sarete stati inesorabilmente dalla parte sbagliata, come coloro che nel ’43 scelsero male, pur in buona fede”.
Parole che hanno fatto scattare reazioni durissime: “Un delirio”. Ma che ottengono anche il sostegno dei grillini. Il giudice ha poi replicato, confermando “integralmente il contenuto” del suo intervento ma precisando che si trattava di un “testo privato scritto sulla propria pagina Facebook” e quindi “non destinato alla pubblicazione sul giornale”.