di Domenico Marino
E’ la teoria e la pratica a fare in politica le tendenze di destra o di sinistra non tanto i politici e come sono fittiziamente collocati. Quindi si può fare politiche di destra, come sta accadendo al PD di Renzi, pur dichiarandosi di centro sinistra. Si può far parte di un partito sulla carta di sinistra pur essendo di destra.
Curiosamente l’inverso però non è mai vero..
Riformare una Costituzione di sinistra nei termini proposti dalla nuova riforma è indubbiamente roba di destra.
La destra ufficiale, dal canto suo, vota “No” solo per spirito di contrapposizione a Renzi, poiché questa riforma le andrebbe anche bene se oggi avesse i numeri per governare. Quindi consapevole di non poter vincere le prossime elezioni ma cosciente che chi le vincerà, anche con poco scarto e con una manciata di voti, avrà una maggioranza mai vista dai tempi del fascismo, ne osteggia “tatticamente” il passaggio. In ultima analisi se Berlusconi fosse al potere proporrebbe una riforma molto simile a questa secondo i dettami del programma di Rinascita Democratica piduista (vedi referendum costituzione. 2006).
Con molta probabilità subito dopo il referendum – che il duo infido Renzi-Boschi perderà clamorosamente – la destra si metterà senza indugi d’accordo col PD per cambiarla eventualmente a quattro mani ma sempre in senso reazionario.
In sostanza quelli che oggi sono indotti a votare per il Sì sono gli stessi (PD) che 10 anni fa votarono “giustamente” contro una riforma molto simile ma paradossalmente “meno” a destra da quella oggi proposta dal cosiddetto centro-sinistra in combutta col nuovo centro destra.
Cos’è cambiato?
Semplicemente che il PD si è ancora di più spostato a destra scavalcando addirittura quella formale. E oggi rappresenta il “cavallo di Battaglia” della borghesia nazionale e internazionale.
La morale, per farla breve, in fondo è questa: chi segue i politicanti e non le idee sarà sempre vittima di un’opinione.