C’è una Sanremo fatta di paillettes, cantanti e musicanti ma c’è, anche, l’altra faccia (apparentemente lontana dai luccicanti lustrini), di chi rivendica diritti per tutti.
Diamo, quindi, visibilità a coloro i quali pensano di non avere diritto ad esprimere una voce fuori dal coro e come sostenuto nell’intervento dai lavoratori Tim saliti sul palco del teatro “siamo venuti qui a cantare la nostra canzone stonata” e scoprire, forse, che tra quel pubblico (e su quelle costosissime poltrone), sedeva una parte di coloro che hanno avuto una forte responsabilità di tutto ciò, partendo dalla compressione dei diritti sociali.
Una Sanremo (vedi Il libro nero del Festival di Sanremo), d’altronde, che si rivela essere storicamente un crocevia di particolari interessi… poco democratici.
MOWA