Una sequenza di articoli che aiutano a comprendere chi vi sia tra i manovratori della disputa sullo stadio romano.
Un Movimento 5 Stelle nato sotto la stella di interessi capitalistici e poco trasparenti come molti (anche all’interno) hanno compreso.
MOWA
Fuksas stronca lo stadio di Pallotta: una speculazione edilizia e pure bruttaL’architetto parla del contestato progetto: gli americani hanno 800 milioni di debiti, perché li crediamo i Re Magi Una stroncature senza se e senza ma da un grande architetto romano e tifoso della Roma. Massimiliano Fuksas parlando a radio Capital non ha nascosto i suoi dubbi sul progetto di Pallotta mascherato da stadio della Roma, che in realtà è una speculazione edilizia che è perfino concepita per imbruttire la capitale. 17 febbraio 2017
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Imposimato sullo stadio: il progetto viola la Costituzione, revocare la pubblica utilitàI 5 stelle del Lazio hanno chiesto al presidente onorario aggiunto della Cassazione un parere pro-veritate
Un’altra possibile tegola per Pallotta e la campagna #famostostadio realizzata attraverso le uscite pubbliche di Spalletti e Totti. 17 febbraio 2017 |
Cosa (non) farà Unicredit di Mustier con Parnasi per lo stadio della Roma di PallottaMichele Arnese
Davvero Unicredit sta vagliando come dar man forte al gruppo immobiliare Parnasi nell’ambito del piano per il nuovo stadio della Roma? Le indiscrezioni su questa domanda si rincorrono, ma non trovano nessuna conferma concreta. Ieri Il Sole 24 Ore ha scritto che “tra gli investitori dello stadio ci potrebbe essere Starwood Capital (che è già socio di James Pallotta nella As Roma) e tra le banche secondo alcuni rumors Unicredit, finanziatore dell’Allianz Arena del Bayern Monaco”. Le voci si addensano confusamente anche per lo storico legame che c’è stato da parte di Capitalia – e poi quindi di Unicredit – con la società calcistica della capitale. Ma da quando, circa 5 anni fa, il gruppo creditizio è uscito dal capitale della società che ora fa capo a James Pallotta, la banca guidata dall’amministratore delegato Jean-Pierre Mustier e presieduta da Giuseppe Vita non ha alcun rapporto con la società calcistica. E con il gruppo immobiliare della famiglia Parnasi? Rumors vari – non confermati ufficialmente – asseriscono che l’azienda del costruttore Parnasi per Unicredit è considerata in ristrutturazione. Anche per questo, sarebbero da escludersi sostegni finanziari o azionari da parte del gruppo bancario per i Parnasi. D’altronde, fanno notare ambienti del settore, il progetto immobiliare non è mai stato vagliato dalla banca, né prima né ora. D’altronde, ha scritto il Sole, ci sono ulteriori dubbi sul Business park di Parnasi oltre alla posizione della giunta Raggi: “Non solo sulla struttura della cubatura, ritenuta eccessiva, ma anche sull’identità dei futuri inquilini dei nuovi uffici”. Comunque il gruppo Parnasi e la società di Pallotta stanno cercando sostegni bancari e finanziari. Gli advisor dell’As Roma e del gruppo immobiliare – ovvero Goldman Sachs e Rothschild – sono a caccia di investitori e finanziatori esteri. 09/02/2017 |
Stadio Roma, Parnasi e quei debiti da 450 milioni lasciati a Unicreditdi Fabio Pavesi
entre divampa la polemica politica fra il Campidoglio e i sostenitori del nuovo stadio della As Roma, dopo un primo stop al piano, la macchina finanziaria del progetto a Tor di Valle non si ferma. Anzi, secondo le indiscrezioni, gli advisor della As Roma e del gruppo Parnasi, cioè Goldman Sachse Rothschild, starebbero continuando a cercare investitori e finanziatori esteri per i tre grandi nuclei architettonici: cioè le due strutture a carico del club (lo stadio e l’area retail) e quella dove dovrebbe sorgere il Business park di Parnasi. Rothschild, advisor del costruttore romano già noto per aver seguito il «financing» dello Juventus Stadium e dell’Emirates Stadium dell’Arsenal, avrebbe avuto colloqui di recente. I costi del progetto sono definiti: per il business park sarà necessario poco meno di un miliardo per la struttura e 300 milioni per le infrastrutture. Goldman, che ha già finanziato con 30 milioni la progettazione, sta invece cercando 1,6 miliardi per lo stadio e l’area retail, di cui 440 milioni per le opere pubbliche. Tra gli investitori dello stadio ci potrebbe essere Starwood Capital (che è già socio di James Pallotta nella As Roma) e tra le banche secondo alcuni rumors Unicredit, finanziatore dell’Allianz Arena del Bayern Monaco . Ovvio che i nodi restano tanti: non solo l’iniziale parere negativo del Campidoglio (ieri anche il capitano Francesco Totti è intervenuto su Twitter con #Famostostadio indirizzato alla sindaca Virginia Raggi ) che sembra più un gioco delle parti che una vera bocciatura. Ma ci sono dubbi ulteriori sul futuro del Business park: non solo sulla cubatura della struttura, ritenuta eccessiva, ma anche sull’identità dei futuri inquilini dei nuovi uffici. Si tratta di una scommessa vitale per i soggetti coinvolti: non solo per il club capitolino che vede nel nuovo stadio un importante volano per il futuro fatturato. Ma anche per il gruppo Parnasi che ha una chance di riscossa, dopo che la capogruppo, la storica Parsitalia, è di fatto finita a gambe all’aria. La gran parte degli asset con la zavorra degli ingenti debiti è finita sotto il cappello di UniCredit, il principale finanziatore della famiglia di immobiliaristi che è arrivata ad avere un’esposizione per 450 milioni. Dietro UniCredit altro grande creditore è Mps seguito da Aareal bank. Parnasi con la sua Parsitalia era sommerso da più di 600 milioni di debiti prima della capitola zione, con UniCredit che è subentrato nel 2015 tramite il veicolo Capital Dev e che si è assunto le attività e con esse tutto il debito. Una storia che ricorda da vicino il salvataggio da parte delle banche della Risanamento di Zunino. Anche nella vicenda Parsitalia, le banche (in questo caso UniCredit) sono subentrate dopo l’accordo di ristrutturazione del debito. È stato creato il veicolo Capital Dev, oggi guidato dallo stesso Claudio Calabi che sta cercando di portare a buon fine la lunga ristrutturazione di Risanamento. Dovrà tentare di valorizzare le attività delle sei società eredità di Parsitalia e con il ricavato restituire il debito contratto con UniCredit. In questo momento Parnasi e la sua vecchia Parsitalia sono tra gli incagli più grandi di Piazza Cordusio. La parabola di Parsitalia prima dell’accordo di salvataggio di UniCredit è emblematica. Negli anni dal 2013 al 2015 ha cumulato perdite per oltre 180 milioni di euro e si è ritrovata con un patrimonio netto negativo per 20 milioni: un crac evitato dall’intervento di UniCredit, il suo principale finanziatore. A Luca Parnasi subentrato nella gestione dopo la scomparsa del padre, resta poco. Un progetto di sviluppo a Montalto di Castro, e la parte di servizi e progettazione. L’asset vero è oggi Eurnova, la società posseduta al 100% da Luca Parnasi che possiede appunto i terreni di Tor di Valle, su cui dovrebbero sorgere lo stadio e il maxi-progetto delle Torri. Ora se il piano passasse, dovrà appunto trovare i finanziatori. Sempre che il passato di cattivo debitore non intralci il nuovo corso.
07 Febbraio 2017 |