“Il pentito, sentito dai pm Salvatore Vella e Carlo Cinque, ha raccontato di aver fatto parte di logge deviate e ha indicato gli iscritti raccontando brogli e malaffare ma non solo. Ecco tutti i nomi”
“Io ho conosciuto e fatto parte della massoneria deviata, però ci sono anche dei massoni seri”.
Giuseppe Tuzzolino, l’architetto di Palma di Montechiaro, che da anonimo professionista di provincia, quattro anni fa, dopo l’arresto per una vicenda di truffe nel rilascio delle licenze edilizie all’Utc del suo paese, è diventato il principale collaboratore di giustizia agrigentino, arrivando a deporre anche al processo all’ex governatore Raffaele Lombardo, descrive uno spaccato della fratellanza massonica della provincia. Ne esce fuori è un quadro torbido che accomuna professionisti, politici e pubblici funzionari.
Tuzzolino, al quale gli inquirenti danno grande credibilità – basta pensare che su sua indicazione, nei mesi scorsi, la Dda di Palermo ha organizzato un’operazione a New York, a caccia di foto nuove del boss Matteo Messina Denaro – è stato ascoltato dai pm Salvatore Vella e Carlo Cinque della Procura di Agrigento.
Un verbale redatto il giorno di San Valentino, a tarda notte, in una località segreta, che doveva servire a raccogliere altre prove a sostegno dell’accusa ai componenti della cosiddetta “cricca” di Lampedusa che per anni avrebbe gestito lavori pubblici in cambio di tangenti. Il racconto di Tuzzolino, per anni inserito in un contesto sociale e politico particolarmente altolocato, sembra portare molto oltre il processo a carico dell’ex sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, dell’ex dirigente dell’Utc Giuseppe Gabriele e dell’architetto Gioacchino Giancone, semplice consulente del Comune.
Il pm Salvatore Vella mostra a Tuzzolino 30 fotografie: per la quasi totalità si tratta di massoni. Nell’album ci sono le foto di alcuni imputati del processo ma non solo: gli stessi Gabriele e Giancone, l’avvocato Ignazio Valenza che peraltro difende Gabriele nel processo, l’ex sindaco di Licata Angelo Balsamo e il medico Piero Macedonio.
“Nella foto numero 9 – dice Tuzzolino c’è Germano Boccadutri, collegato alla famiglia Cutaia di Palma. Ha creato una nuova obbedienza massonica. Si chiama la serenissima, a cui sono associati tutti i peggiori delinquenti. È mafia pura”. E aggiunge: “Ferdinando Castellino è il figlio di Salvatore, iniziato in massoneria dal padre.
La lista prosegue: “Il numero 11 è Carmelo Puzzangaro, venerabile della loggia massonica di Gabriele. Il numero 13 è Piero Macedonio, uno dei più grandi massoni agrigentini appartenente alla loggia Garibaldi, vicino all’onorevole Gallo Afflitto. Il numero 14 è Salvatore Castellino. Il numero 18 è il fratello Antonio Vetro, ha un bel tempio massonico dove ha l’ufficio, nella zona industriale”.
Tuzzolino aggiunge: “Il numero 22 è l’architetto Vita di Favara”. Poi, scorrendo l’album, senza però precisare nulla, riconosce l’ingegnere Vincenzo Ortega, dirigente dell’Utc di Licata, e l’imprenditore di Favara, Calogero Pitruzzella. Il numero 31 – aggiunge il pentito – è il grande Peppe Lo Sardo, rappresenta la massoneria italiana in Argentina, è vicino all’onorevole Capodicasa”. Il numero 32 è Carmelo Signorino Gelo. Tuzzolino non lo riconosce ma lo indica come un medico che fa i certificati falsi per la loggia insieme alla moglie. “Lo fanno per noi fratelli massoni, non so per altri. Ha fatto avere la pensione a mio padre.”
Piuttosto sprezzante il commento della foto dell’ex sindaco Bernardino De Rubeis, che nelle 125 pagine di verbale, indica come uno che “chiede tangenti in maniera spudorata a chiunque”. “Se era massone? Impossibile, avrebbero buttato fuori chi lo presentava”. I pm Vella e Cinque hanno acquisito anche alcune lettere di convocazione in loggia e i relativi elenchi. Il 28 settembre del 2011, ad esempio, viene convocata la Gran Loggia regolare d’Italia. Nella lista dei fratelli massoni gli avvocati Ignazio Valenza e Gerlando Alonge, il commercialista Santo Pinelli e molti altri componenti che già erano stati inseriti nell’album fotografico mostrato a Tuzzolino.
I pm, inoltre, hanno acquisito due elenchi di massoni. L’elenco “Concordia” e il “Garibaldi”. Nelle liste i nomi dei “fratelli”: Vincenzo Castellano, Fausto Castronovo, Lillo Salvo, Antonino Oliveri, Giuseppe Falauto Perez, Salvatore Sambito, Rino Cumbo, Francesco Termine, Salvatore Castellino, Pietro Monreale, Salvatore Accardi, Calogero Burgio, Giovanni Moncada, Stefano Zuppardo, Ferdinando Castellino, Carmelo Vella, Luigi Miccichè, Emanuele Arcadipane, Giuseppe Lo Sardo, Giancarlo Di Liberto, Maurizio Cimino, Giuseppe Palermo, Mario La Loggia, Aldo Mangione, Michelangelo Agrò, Alfonso Catania, Giuseppe Sgrova, Carmelo Graceffa, Daniele Carmina, Massimo Cassarino, Leonardo D’Angelo e Salvatore Casales.
Le logge deviate, secondo il racconto di Tuzzolino, avrebbero anche preteso una percentuale su alcune operazioni illegali se era uno dei componenti a organizzare l’operazione. Come nel caso che avrebbe dovuto portare alla collaborazione dello stesso Tuzzolino con l’ufficio tecnico di Lampedusa dove avrebbe dovuto “importare il modello Palma con le false sanatorie”.
Sul punto ci fu anche un contrasto fra Gabriele e Giancone da una parte e Tuzzolino dall’altra. Alla mediazione avrebbe preso parte anche il mafioso Giuseppe Condello. E non sarebbe stato questo l’unico intreccio fra mafia e massoneria: Tuzzolino sarebbe stato accompagnato spesso dal favarese Carmelo Vetro (figlio del boss Giuseppe e condannato a 9 anni per mafia nel processo Nuova Cupola), definito la sua “assicurazione sulla vita”.
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