Quant’acqua è passata sotto i ponti da quando era iscritta (e funzionaria) alla CGIL l’attuale Ministra all’Istruzione, Valeria Fedeli.
Un passato pluri-decennale da iscritti alla stessa CGIL della Ministra che ricordiamo benissimo e che ci ha visti (già allora), in netto contrasto con molti quadri del sindacato perché troppo “funzionali” alla logica dei poteri forti.
Funzionari sindacali che si erano discostati dagli insegnamenti di Antonio Gramsci quando sosteneva nel merito:
“Se i funzionari dell’organizzazione sindacale considerano la legalità industriale come un compromesso necessario, ma non perpetuamente, se essi rivolgono tutti i mezzi di cui il sindacato può disporre per migliorare i rapporti di forza in senso favorevole alla classe operaia, se essi svolgono tutto il lavoro di preparazione spirituale e materiale necessario perché la classe operaia possa in un momento determinato iniziare un’offensiva vittoriosa contro il capitale e sottometterlo alla sua legge, allora il sindacato è uno strumento rivoluzionario, allora la disciplina sindacale, per quanto è rivolta a far rispettare dagli operai la legalità industriale, è la disciplina rivoluzionaria. ” “L’Ordine Nuovo”, 12 giugno 1920
Ora, però, la Ministra (che avrebbe – nonostante si tinga i capelli – l’età della pensione) si dichiarara pubblicamente per quello che è, probabilmente, sempre stata e da che parte schierarsi… Che dire: sempre fedeli nei valori del capitale.
MOWA
“Rileviamo purtroppo con rammarico che il ministro dell’Istruzione non ha trovato uno spazio per incontrare il sindacato”. Così i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Sardegna, Michele Carrus, Ignazio Ganga e Francesca Ticca
Ansa News
“Rileviamo purtroppo con rammarico che il ministro dell’Istruzione non ha trovato uno spazio per incontrare il sindacato”. Così i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Sardegna, Michele Carrus, Ignazio Ganga e Francesca Ticca, che aggiungono: “un fatto tanto più grave perché si pone in contrasto con la disponibilità offerta dal presidente del Consiglio Gentiloni che, proprio lo scorso 18 febbraio, nel corso del confronto con Cgil, Cisl e Uil, aveva annunciato l’imminente visita del ministro come occasione per affrontare le questioni cruciali del diritto allo studio”.
I tre leader sindacali ricordano che il tema dell’istruzione, “come fattore indispensabile per moderne politiche di coesione e di sviluppo, era stato centrale nell’incontro all’aeroporto di Elmas e che il presidente Gentiloni, segnando anche una netta discontinuità con il suo predecessore, aveva rassicurato gli stessi sindacati sulla disponibilità al confronto”. “E’ davvero un peccato – affermano i tre segretari – perché sarebbe stata una occasione per illustrare al ministro Fedeli le proposte e le criticità, più volte sottolineate anche dalle nostre categorie, del sistema dell’istruzione, dell’università e della ricerca in Sardegna.
Non vorremmo che l’atteggiamento del ministro fosse legato a una logica conflittuale che pensavamo superata – sottolineano – si tratterebbe di una scelta ancor più singolare perché compiuta da una persona che ha una lunghissima militanza sindacale alle sue spalle e che oggi sembra quasi dimenticare l’importanza dei rapporti con le parti sociali”.
6 Marzo 2017