Toccanti le parole dell’attore Flavio Insinna su come dovremmo vedere il mondo ed i suoi abitanti.
Una persona che tracima bontà d’animo e cortesia. Un uomo di spettacolo che riesce a spiegare, con sorprendente semplicità, come sarebbe tutto più facile vivere se noi avessimo memoria di chi siamo, da dove veniamo e dove dovremmo andare.
MOWA
Insinna:
“Mi piacerebbe che questo paese trovasse, o ritrovasse, la necessità di aiutarsi, così come sente il bisogno di respirare e di bere”.
“Si capisce che la vera emergenza è la guerra, non chi arriva o quanti ne arrivano o da dove arrivano”.
“Questo Paese, che è meraviglioso per altre cose, è malato di solitudine e di indifferenza. L’unica cura è l’amicizia”.
Noi abbiamo esportato malavita organizzata in tutto il mondo. Adesso arrivamno delle mamme con i bambini in braccio e noi diciamo: no, rimandiamoli via”
“Se voi dividete il mondo in italiani e stranieri, io lo divido in oppressi e oppressori. Io starò con gli oppressi tutta la vita. E un siriano ti dirà ‘io voglio tornare a casa mia’, ma non ci può tornare”.
“A me non spaventa l’Europa a due velocità, mi spaventa l’Italia, perché sono italiano con grandissimo senso di appartenenza, a me spaventa la doppia velocità della nostra morale. Se è per noi, vogliamo tutto subito. Se la colpa è nostra: mah… forse non c’ero… adesso guardo… Quando è l’altro, l’altra velocità è quella del chissenefrega. Quando è per noi, vogliamo tutto. Per gli altri no. Io non voglio vivere in questo Paese, voglio vivere in un Paese gentile che aspetta chi arriva tardi.
“Guardi (a Bianca Berlinguer, ndr), io lo so che lei si imbarazza quando cito suo padre, ma suo padre diceva che ci si salva e si va avanti solo tutti insieme. Da soli sarà una disgrazia.