John Rummel *
“E’ l’apice di 60 anni di declino”. Queste sono le parole del governatore repubblicano Rick Snyder quando ha annunciato che la città di Detroit avrebbe depositato istanza di fallimento.
Tuttavia, attribuendo ad alcuni le responsabilità del declino, le soluzioni proposte da Snyder e dal nuovo curatore dello stato di crisi Kevyn Orr, riciclano quelli che hanno giocato un ruolo decisivo nel declino stesso.
Snyder ha detto che la “classe politica” di Detroit ha costituito il principale ostacolo alla ripresa della città.
Fanno eco le accuse dei repubblicani e del Tea Party al Partito Democratico, che ha governato a lungo la città, e ai sindacati della città su cui graverebbe la maggiore responsabilità per la situazione attuale.
Gran parte delle critiche contro Detroit alimentano una dose malsana di razzismo, suggerendo che il problema principale della città, sia l’esistenza di una vasta popolazione composta da minoranze che vivono di sussidi di Stato.
Ma se parliamo di vivere a spese della comunità: Exxon Mobil ha fatto 45 miliardi dollari di profitti nel 2009, ma non ha pagato un centesimo di tasse; General Electric ha realizzato 10,3 miliardi di dollari e ha ricevuto 1,1 miliardo di dollari di riduzioni fiscali; Wells Fargo ha avuto profitti per 19 miliardi e ricevuto crediti fiscali di pari importo all’acquisto della Wachovia Bank.
La crisi immobiliare provocata dalle banche, con gli sfratti conseguenti, ha ridotto il gettito della città, riducendo considerevolmente la base fiscale di Detroit.
Si può continuare a discutere ma l’insieme delle mancate entrate avrebbero potuto mettere fine una volta per tutte ai problemi di Detroit e delle altre amministrazioni locali.
Apprendere del tracollo finanziario di Detroit non sorprende: è una città basata esclusivamente sulla produzione automobilistica, che ha visto ridurre le 12 industrie attive a una sola.
La globalizzazione, l’automazione e la ricerca di profitti sempre maggiori sono i fattori che hanno determinato la delocalizzazione della produzione di tutte le società automobilistiche, americane o estere.
Tutto ciò ha fatto si che Detroit perdesse il 90% dei posti di lavoro e della sua base imponibile. Nessuna città avrebbe potuto sopravvivere a una tale perdita.
Se c’è una classe politica da accusare di corruzione o di malfunzionamento, Snyder dovrebbe guardare al suo stesso partito e alla lista infinita di politiche antidemocratiche, interventi autoritari ed estremisti.
Kevyn Orr ha commentato: “Non possiamo eludere oltre il problema.”
Sentimento lodevole, ma invece di tagli sulle pensioni e alla spesa pubblica, si dovrebbero piuttosto tagliare i profitti e l’evasione fiscale.
Il sistema capitalistico, mettendo i profitti davanti alle persone, ha accumulato grandi ricchezze: il lavoro degli operai di Detroit.
Ci aspettiamo che tutti coloro che coprono cariche pubbliche agiscano nel pubblico interesse. Ma i principali problemi di Detroit e delle altre aree urbane, delle periferie e delle zone rurali non stanno nella corruzione o nelle rivendicazioni sindacali per salari e previdenza sociale decenti.
Il problema principale non è la mancanza di denaro: è che ci sono troppi soldi in così poche mani. Il problema principale è la disuguaglianza crescente e non il deficit. Fino a quando questo problema non sarà risolto, non lo saranno neanche gli altri.
* responsabile del Partito Comunista degli Stati Uniti in Michigan
23//07/2013
Traduzione per Resistenze.org