Un presidio che accogliamo con piacere ma con i dovuti distinguo per evitare di proporre errori che aveva analizzato il costituzionalista (purtroppo, venuto a mancare) Salvatore d’Albergo. Analisi che abbiamo riproposto sul sito qualche giorna fa.
MOWA
Domani dalle ore 16 sit in a Montecitorio per una legge costituzionale e proporzionale
Il Comitato per la democrazia Costituzionale ha convocato per domani 6 giugno dalle 16 in poi un sit in a Montecitorio per presidiare la discussione alla Camera della legge elettorale. Al presidio saranno presenti, tra gli altri, Anna Falcone, Domenico Gallo, Alfonso Gianni, Alfiero Grandi, Bia Sarasini, Massimo Villone.
Un appuntamento fondamentale per la democrazia del Paese, che da troppo tempo vive in uno stato provvisorio. Lo stesso Parlamento in carica è stato eletto con una legge giudicata incostituzionale.
Il Comitato invita tutte e tutti a partecipare, vigilare, far sentire la voce di chi ha votato no il 4 dicembre, quel voto che tutti vorrebbero far sparire dall’orizzonte politico e istituzionale del Paese.
Le continue notizie di accordi, di modifiche, contromodifiche, fanno pensare che fino all’ultimo la legge sarà oggetto di trattative o peggio di scambi e nulla garantisce il risultato finale. L’accordo di cui si ha notizia, raggiunto tra 4 principali partiti, non corrisponde alle esigenze di rappresentanza che hanno guidato e guidano l’azione dei comitati.
Vulnus centrale rimane il voto congiunto per il collegio e per la lista, che nonostante tutti i cambiamenti, produce l’effetto del “voto utile” che inevitabilmente esprime i 4 maggiori partiti e rischia di escludere dall’assemblea tutti gli altri, in connessione allo sbarramento al 5%. Quindi ancora una volta il principio di proporzionalità viene gravemente leso se non negato.
Il Comitato per la Democrazia costituzionale porta all’attenzione dei legislatori la voce dei cittadini e delle cittadine. La legge elettorale non può essere di nuovo piegata alle esigenze dei partiti e alla vigilia di nuove elezioni garantire il loro ritorno in Parlamento.