di MOWA
Si direbbe che queste ultime elezioni comunali siano state la riprova che qualcosa nel PD non vada per nulla bene. Anzi!
Non che gli altri partiti dell’arco (non) costituzionale se la passimo meglio ma le dimissioni di una lunga lista di politici o transfughi dal PD ad altri soggetti politici (ELENCO ADESIONI ARTICOLO 1-2 ) si può considerare alla stregua di un fulmine a ciel sereno da far notizia.
Uno scenario, certamente, non nuovo per l’establishment e/o per chi si considera indispensabile. Questo è stato un capovolgimento dell’assetto interno che ha portato i vari soggetti a addurre come alibi ed accanirsi contro i propri leader invece di comprendere che sono le pessime politiche e l’aver sposato una visione del mondo fatta di soprusi ed ingiustizie a dettare le sconfitte. E non altro.
Infatti, vedremo, tra qualche tempo, ripetersi lo stesso teatrino in queste fotocopie politiche dove valgono le stesse regole del PD in cui vigono scelte liberali che allontanano dall’andare a votare. Nessuna di queste persone vuole mettere nel piatto della discussione che la contraddizione sostenuta da Gramsci ne “Il problema del potere” era ed è sul come
“infliggere un colpo tremendo all’apparato politico della supremazia capitalistica, che si fonda sulla circolazione dei partiti conservatori e democratici, sull’alternarsi, al governo, delle varie ditte politiche che verniciano di colori svariati il brigantaggio capitalistico, il dominio delle casseforti.”