L’epidemia ha già fatto 1300 morti, un quarto sono bambini. “In soli due mesi – hanno spiegato il direttore generale dell’Unicef, Anthony Lake, e il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, il colera si è diffuso in quasi tutti i governatori di questo paese devastato dalla guerra
In Yemen è in corso “la peggiore epidemia del mondo”. Lo affermano l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e l’Unicef, che lanciano un nuovo allarme, dovuto alla presenza di 200.000 casi sospetti di colera, con una media di 5.000 al giorno. L’epidemia ha già fatto 1300 morti, un quarto sono bambini. “In soli due mesi – hanno spiegato il direttore generale dell’Unicef, Anthony Lake, e il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, il colera si è diffuso in quasi tutti i governatori di questo paese devastato dalla guerra.
Si prevede che il numero di morti possa aumentare. L’Unicef, l’Oms e i nostri partner stanno lavorando per fermare l’accelerazione di questa epidemia mortale. Stiamo lavorando 24 ore su 24 per localizzare e monitorare la diffusione della malattia e per raggiungere persone con acqua pulita e adeguate cure sanitarie e igieniche. Le squadre di intervento rapido vanno di casa in casa per raggiungere le famiglie con informazioni su come proteggersi”, e le organizzazioni internazionali “stanno prendendo tutte le misure per aumentare gli interventi di prevenzione e di trattamento”.
Nel paese è in corso una guerra cominciata nel 2015, che vede due fazioni, la prima appoggiata dai sauditi e la seconda dall’Iran, contendersi la legittimità della guida del governo.”Questa epidemia mortale del colera è la conseguenza diretta di due anni di duro conflitto”, sottolineano Unicef e Oms. “Il collasso dei sistemi idrici e igienico-sanitari – aggiungono – ha tagliato fuori 14,5 milioni di persone dall’accesso regolare all’acqua e ai servizi igienici, aumentando la capacità della malattia di diffondersi. L’aumento dei tassi di malnutrizione ha indebolito la salute dei bambini e li ha resi più vulnerabili alla malattia. Circa 30.000 operatori sanitari locali dedicati che svolgono il ruolo più importante per fermare questo epidemia non sono vengono pagati da quasi 10 mesi”.
25 giugno 2017