Nel post sottostante, dove si parla del gestore di una spiaggia nel chioggiano, siamo di fronte ad un atteggiamento poco rispettoso della democrazia, delle persone e probabilmente di ben altro e di serio che, giustamente, la Magistratura valuterà con la dovuta serenità.
Si rileva che, quasi sicuramente, invecchiando vengono a mancare i neuroni… e si straparla. Oltre a perdere le cognizioni minime di storia!
MOWA
Gianni Scarpa, il gestore del lido di Chioggia “Playa Punta Canna” divenuta famosa come “spiaggia fascista,” è indagato dalla Procura di Venezia.
Il reato ipotizzato è quello di violazione della legge Scelba, e quindi di apologia di fascismo.
La denuncia trasmessa dalla Digos, e citata da Repubblica stamattina, parla di discorsi “anti-democratici” e “inneggianti al regime” diffusi e pronunciati dallo stesso Scarpa.
Nel lido, in effetti, da tempo erano esposti diversi cartelli in cui si elogiava al regime e si elencava un regolamento vagamente fascista (“Servizio solo per i clienti, altrimenti manganello sui denti”.)
Lo stesso Scarpa, 64 anni, si era reso protagonista di alcuni comizi improvvisati—e da lui definiti “fascistissimi”—diffusi dagli altoparlanti, e conditi da frasi come “la democrazia mi fa schifo,” “a casa mia si vive in totale regime” e “sono per lo sterminio totale dei tossici.”
Lunedì scorso il prefetto di Venezia Boffi aveva ordinato a Scarpa di rimuovere tutti i simboli e le frasi con riferimenti al fascismo.
Il caso della “spiaggia fascista” di Chioggia era poi finito in Parlamento, con le interrogazioni urgenti presentate al ministro degli Interni da PD, Sinistra Italiana e Articolo Uno.
Ora i cartelloni e le frasi che Scarpa aveva definito “semplici goliardate” finiranno al vaglio dei magistrati, con conseguenze che potrebbero portare anche alla revoca della concessione demaniale del lido.