claudiavespiano
“Mi hanno assunto come postino alle Poste a tempo indeterminato: ora ho un futuro certo!” E invece no, perché dopo 24 mesi di lavoro l’azienda ti manda a casa. Perché diventi troppo costoso, meglio prendere un nuovo precario. Questa è l’accusa che è stata lanciata dai postini a Poste, ma andiamo con ordine.
Il lavoro non è solo un’attività per cui si viene pagati e che consente il nostro sostentamento economico, ma è anche una fonte di realizzazione personale e di autostima.
Ancor di più se si parla del “posto fisso”, sogno di ogni lavoratore precario.
E’ comprensibile, quindi, la felicità di un lavoratore quando scopre di essere stato assunto da una grande azienda come Poste Italiane, con un contratto a tempo determinato, che potrebbe trasformarsi in indeterminato, dopo 24 mesi.
Non importano i sacrifici, la pioggia, gli orari stressanti, un postino farà bene il suo lavoro perché sa che, per legge, dopo 2 anni di rinnovi potrà ottenere l’agognato posto fisso, con un buon contratto e un buono stipendio.
A quanto pare, però, Poste Italiane non tiene conto delle aspettative dei suoi lavoratori.
Giorgio infatti ha lanciato un appello per portare alla luce questa pratica che sta mettendo in atto la grande azienda italiana, per poter usufruire delle prestazioni dei lavoratori senza però premiarli.
Nel suo appello Giorgio, come anche Simone, rivela che dopo 24 mesi di lavoro, Poste Italiane manda a casa i lavoratori già formati ed esperti per assumerne nuovi, senza esperienza, per altri 24 mesi, per poi ripetere questo ciclo all’infinito.
Questo meccanismo poco ortodosso, non solo fa rabbia ai lavoratori, ma nuoce anche all’azienda stessa, che ogni tot tempo deve ripartire con forza lavoro nuova e da formare.
“L’azienda deve capire che se vuole la qualità deve investire sul personale, non può formare i propri giovani e poi buttarli per strada perchè diventano un costo”, scrive Giorgio.
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