L’arte della guerra
di Manlio Dinucci
Da quando Putin è tornato alla presidenza, si è rafforzata da parte della Russia la «retorica anti-americana» servendosi di «vecchi stereotipi della guerra fredda»: lo ha dichiarato il presidente Obama dopo aver cancellato l’incontro stabilito per settembre.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’asilo concesso dalla Russia a Edward Snowden, reo di aver portato alla luce le prove che i servizi segreti Usa spiano tutti e tutto. Ma c’è ben altro. Mosca si oppone allo «scudo antimissile», che permetterebbe agli Usa di lanciare un first strike nucleare sapendo di poter neutralizzare la ritorsione. È contraria all’ulteriore espansione della Nato ad est e al piano Usa/Nato di demolire la Siria e l’Iran nel quadro di una strategia che mira alla regione Asia/Pacifico. Tutto questo viene visto a Mosca come un tentativo di acquisire un netto vantaggio strategico sulla Russia (oltre che sulla Cina).
Sono solo «vecchi stereotipi della guerra fredda»? Non si direbbe, visto il programma annunciato dalla Nato l’8 agosto. Esso prevede «più ambiziose e frequenti esercitazioni militari» soprattutto a ridosso della Russia. Dal 25 agosto al 5 settembre cacciabombardieri Nato (anche italiani), a duplice capacità convenzionale e nucleare, parteciperanno in Norvegia all’esercitazione «Brilliant Arrow» del Comando aereo alleato, a capo del quale è stato appena nominato il generale Frank Gorenc, che comanda anche le Forze aeree Usa in Europa. Seguirà in novembre l’esercitazione aerea «Steadfast Jazz», che vedrà lo spiegamento di cacciabombardieri Nato in Polonia, Lituania e Lettonia, al confine russo. In settembre-ottobre navi da guerra Nato parteciperanno alla grande esercitazione «Brilliant Mariner» nel Mare del Nord e nel Mar Baltico. È previsto anche l’invio di altre navi da guerra Nato nel Mar Nero, dove in luglio si è svolta l’esercitazione «Sea Breeze 2013» cui hanno partecipato le marine di dieci paesi (Italia compresa) agli ordini del Comandante delle Forze navali Usa in Europa, che comanda allo stesso tempo la Forza congiunta alleata a Napoli.
Gli Usa e gli alleati Nato stanno dunque accrescendo la pressione militare sulla Russia la quale, ovviamente, non si limita a quella che Obama definisce «retorica anti-americana». Dopo che gli Usa hanno deciso di installare uno «scudo» missilistico anche sull’isola di Guam nel Pacifico occidentale, il Comando delle forze strategiche russe ha annunciato che sta costruendo un nuovo missile da 100 tonnellate «in grado di superare qualsiasi sistema di difesa missilistica». Entro quest’anno effettuerà 16 lanci sperimentali di missili balistici intercontinentali di vario tipo. Ed è già in navigazione il primo sottomarino nucleare della nuova classe Borey, lungo 170 m, capace di scendere a 450 m di profondità, armato di 16 missili Bulava con raggio di 9mila km e 10 testate nucleari multiple indipendenti, in grado di manovrare per evitare i missili intercettori. Il nuovo sottomarino fa parte degli otto che la marina russa riceverà entro il 2020 (per sostituire i precedenti), insieme a 16 sottomarini multiruolo e 54 unità di superficie.
Su questo e altro i media europei, in particolare quelli italiani campioni di disinformazione, praticamente tacciono. Così la stragrande maggioranza ha l’impressione che la guerra minacci solo regioni «turbolente», come il Medio Oriente e il Nordafrica, senza accorgersi che la «pacifica» Europa sta divenendo di nuovo, sulla scia della strategia Usa, la prima linea di un confronto militare non meno pericoloso di quello della guerra fredda.
13 luglio 2013