Foto: @mippcivzla / Twitter
1 Solo coloro che si ostinano a rifiutare la realtà, negano la positiva risposta dei cittadini alla proposta del presidente Nicolás Maduro -basata su quanto disposto dalla Costituzione Bolivariana del 99-, rispetto all’opzione di un’ Assemblea Nazionale Costituente. Si ostinano nel disconoscere che, in gran parte, il paese ha dato il suo sostegno alle impeccabili elezioni, come quelle del 30 luglio, e che commisero il gravissimo errore politico di non partecipare a questo evento civico.
2 Se, come è accaduto in seguito, la maggior parte dei partiti della MUD ha preso la decisione di partecipare al processo elettorale per la scelta dei governatori dello Stato, non era forse più utile e coerente, per il paese e per l’opposizione, partecipare al processo di elezione dei membri dell’Assemblea Nazionale Costituente? Non avrebbe risolto, la MUD, i problemi che ora le si presentano e starebbe in miglior condizioni per cavarsela nel nuovo scenario? Che sia chiaro che non intendo dare lezioni politiche a gente veterana ma, semplicemente, fare una riflessione con lo scopo di chiarire la situazione.
3 Agire nella legalità richiede coerenza. Non è consigliabile muoversi nell’ambito dell’ambiguità, eludendo la realtà e cercando formule per ingannare l’avversario. Lo scrivo consapevolmente ed ha relazione con quello che sta accadendo, oggi, con l’atteggiamento dei leader dell’opposizione che tengono sulle spine i loro seguaci nella strada. Come spiegare, a queste gente, che ciò che non è stato fatto, in circostanze più favorevoli rispetto alle attuali, di fronte all’elezione costituente, cioè partecipare, si fa ora in un contesto più complicato?
4 Ma c’è, di mezzo, un altro elemento di dubbio che danneggia la credibilità dell’opposizione. Sia da quello che chiaramente dichiarano alcuni dei suoi portavoce, come da quello che si deduce dal loro agire passato e recente. Mi riferisco all’avvertimento che questi portavoce scivolano, costantemente, su una combinazione delle vie: quella pacifica e democratica, e quella che si esprime quando esaltano la violenza per esercitare pressioni sul governo costituzionale. In altre parole, essi continuano a lavorare, come lo hanno fatto per oltre un centinaio di giorni, con la storia del “diritto a manifestare pacificamente”, da un lato, e, dall’altro, l’uso delle forme più aberranti di terrorismo.
5 Sono costanti le espressioni, nel campo dell’opposizione, che bisogna impedire che la strada si raffreddi. Ma ora il paese è pienamente cosciente – a causa della dura esperienza vissuta durante l’ultima attività terroristica- di ciò che questo significa. Ecco perché il popolo partecipò attivamente alle elezioni del 30 luglio, e più di otto milioni di compatrioti hanno rifiutato la violenza e hanno detto sì alla pace. Sarebbe andar contro questo mandato popolare accettare la tesi della doppia via; consistente nell’agire, simultaneamente, nell’ambito della legalità ed, allo stesso tempo, usare la violenza.
Nell’ambito legale, politico ed istituzionale che si è appena creato in Venezuela a motivo del categorico pronunciamento nazionale a favore della pace e contro la violenza, il dualismo è inammissibile. O si agisce nel terreno della violenza o si agisce sul terreno della pace. Coloro che pretendano violare questo principio di base della democrazia, dello Stato di diritto, saranno puniti come regola la Costituzione e le leggi della Repubblica, e quelli che aderiscono a ciò che prevede l’ordinamento giuridico della nazione godranno di tutte le garanzie che questo consacra. In qualcosa noi venezuelani abbiamo iniziato a godere del nuovo clima che si è creato in occasione del verdetto popolare del 30 luglio. Degli effetti rinnovatori del processo costituente.
Labirinto
La goffaggine si installò alla Casa Bianca. Il presidente Donald Trump, ogni giorno sembra più un elefante in una cristalleria. Nel breve tempo in carica, ha aperto pericolosi fronti in politica estera, politica interna ed in quello finanziario ed economico. Si esibisce davanti al mondo come un bullo di quartiere. Cade facilmente nelle quotidiane provocazioni del governante nordcoreano che sempre lo tira pazzo. Indurisce i rapporti con la Russia e la Cina e, allo stesso tempo, indietreggia con una leggerezza impropria del presidente della più grande potenza mondiale…
E’ sorprendente la banalizzazione, da parte di Trump, del potere. Per quanto riguarda il Venezuela, con il suo ineffabile atteggiamento, ha fatto un favore a Maduro. Ottenne che cambiasse, almeno pubblicamente, l’atteggiamento dei presidenti sepoy (servili ndt) della regione -Colombia, Cile, Argentina, Brasile, Perù, Messico- che passarono, da incoraggiare l’ingerenza negli affari interni del Venezuela, tra cui l’intervento militare, a condannare qualsiasi tentativo in tale direzione, dopo che Trump aveva parlato. Ha anche lasciato al palo l’opposizione interna. La mise a dar vita ad una dichiarazione in stile Cantinflas (comica ndt), in cui si rifiuta l’intervento militare, che sosteneva, con un rifiuto sinuoso ed ambiguo, rivelatore dei nessi crematistici che muovono questo rapporto…
Ma il personaggio non deve essere sottovalutato. Conta su troppo potere e rappresenta un’alleanza degli interessi più loschi degli USA. E’ l’uomo del settore finanziario più aggressivo e vorace, ed il leader dei falchi delle forze armate e degli organismi di intelligence e di sicurezza. Con la stessa facilità con cui fa un affare di abbigliamento per lui -o per sua figlia- in qualsiasi parte del mondo, è capace di invadere nazioni o far ricorso a pratiche commerciali immorali per colpire la loro sicurezza economica. Il destino del mondo, nelle mani di questo personaggio, che sgorga dal ventre marcio dell’impero, è insicuro ed imprevedibile …
Venezuela è nel mirino. Non sbagliamoci. Ma accettiamo la sfida con intelligenza, con audacia creativa e con coraggio. Come sempre lo abbiamo saputo fare, noi venezuelani, in momenti difficili, quando siamo sfidati …
L’atto di guerra consumato contro Fort Paramacay (Carabobo), sede della potente 41 Brigata Blindata, rivela l’esistenza di audaci piani per colpire l’istituzione armata così come la determinazione degli elementi insurrezionali ad avanzare nell’avventura golpista sino alle ultime conseguenze…
All’alba di domenica 13 di questo mese, un gruppo composto da mercenari, paramilitari, ufficiali in pensione e attivi della FANB entrò nell’unità militare e riuscì ad impossessarsi di un centinaio di fucili ed altre armi…
Naturalmente, coloro che hanno pianificato ed eseguito l’operazione hanno sottovalutato la capacità di risposta del personale di truppa e degli ufficiali fedeli alla Costituzione. Tale reazione, che sventò altri aspetti in ombra del piano, conferma che il golpismo non ha futuro e che coloro che agiscono su tale linea devono riflettere sugli effetti che comporta …
La stessa istituzione militare ha la risposta e tutto indica la sua volontà di respingere qualsiasi aggressione e punire i colpevoli con tutto il rigore della giustizia militare. L’Alto Comando è cosciente della propria responsabilità, unito intorno alla legalità ed alla difesa della sovranità nazionale, come risulta dal messaggio dei suoi portavoce …
Fino ad ora, in questa avventura, appaiono compromessi dirigenti politici locali ma le indagini rivelano nomi di noti personaggi della politica.
traduzione di Cubainformazione.it
da Cubadebate.cu