Ciò che succede in Egitto non è separabile da quanto succede nel Medio Oriente e nel più generale grande Medio Oriente, espressione coniata da neoconservatori americani.
La stagione delle primavere arabe ha svelato la loro vera essenza, l’interventismo degli imperialismi nel nord Africa e in Medio Oriente.
In un precedente comunicato sulle vicende siriante abbiamo scritto
“Stanno cambiando gli equilibri di potere nel mondo, interi continenti si stanno emancipando economicamente e militarmente dall’Imperialismo, sta qui la ragione di fondo della militarizzazione delle relazioni internazionali a cui abbiamo assistito, e assisteremo, nella nostra epoca.”.
La situazione in Egitto può evolvere in varie direzioni, la caduta dei Fratelli Musulmani rappresenta però un fatto positivo, per il modello di società che evocano e perchè marionette nella mani dell’imperialismo Usa.
In Egitto l’esercito con Nasser ha avuto forti legami popolari e una forte presenza in economia, fu costruito così ai tempi del nasserismo, una visione del socialismo che coinvolgeva l’intero Medio Oriente, un socialismo dentro una visione panaraba, il socialismo come risposta ai prolemi dei numerosi popoli arabi.
I comunisti è a questa tradizione che debbono attingere sulle vicende mediorientali, in Egitto vanno sostenute le forze laiche, progressiste e rivoluzionarie che lottano contro i fratelli musulmani e chiedono un Egitto socialista e antimperialista.
18 agosto 2013