Segretario Rizzo, di fronte a questa crisi economica devastante qual è la ricetta di Csp-Partito Comunista?
“Il capitalismo nel 1989 voleva apparire come il sistema mondiale della fine della storia, e invece, poco più di vent’anni dopo, eccoci qua a parlare della sua crisi strutturale, della sua incapacità di risolvere i problemi del mondo (dalla distruzione dell’ambiente alle disuguaglianze crescenti, dalla crisi economica alle guerre). In un certo senso il capitalismo è vecchio, dal mercantilismo alla globalizzazione sono passati quasi novecento anni, mentre l’esperimento socialista è durato poco più di settanta. Se consideriamo che nel pianeta ci troveremo in breve tempo a dovere ridefinire drasticamente il modello di società, mi sento di affermare che il Comunismo è la gioventù del mondo”.
In Italia però sono in pochi a pensarla in questo modo…
“E’ vero, stiamo ripartendo quasi da zero, ma in questi tempi dove la politica istituzionale non conta praticamente più nulla (da Berlusconi al Pd, per arrivare alla delusione grillina) lo spazio oggettivo per un soggetto politico che proponga il cambiamento generale della società si fa sempre più grande, e poi non siamo soli. In Europa, altre forze autenticamente comuniste si stanno ponendo seriamente il problema di come rivoluzionare il sistema, così come nel continente dell’America centrale e latina interi popoli mirano alla loro emancipazione e comunque larga parte del mondo rifugge dalla nefasta influenza dell’Occidente”.
A proposito di Europa, secondo lei che ruolo ha avuto la moneta unica nel quadro della crisi economica?
“La gabbia che è stata costruita dal grande capitale nel nostro continente è un progetto di lungo periodo per rendere i popoli sempre più poveri mediante la fine dello stato sociale e la proletarizzazione del ceto medio. Poi certo ci sono ‘vasi di ferro e vasi di coccio’”.
Che cosa intende?
“Nel 2012 in Portogallo, Spagna, Italia e Grecia sono stati persi cinque milioni di posti di lavoro, mentre la Germania ne ha avuti un milione e mezzo in più. La rapina più grande la fanno le banche. Da dati di Mediobanca veniamo a sapere che i governi europei, negli ultimi quattro anni, hanno conferito alle banche private la strabiliante cifra di tremilacinquecento miliardi di Euro (un qualcosa come mille volte quello che si incassa da noi per l’Imu sulla prima casa). E’ sempre più vera la frase di Brecht quando ricordava che “è più ladro chi fonda una banca di chi la sfonda”.
Fin qui le critiche, ma che cosa prevede il vostro progetto politico?
“Il nostro progetto non si limita alla critica, servono governi popolari che abbiano la forza di stracciare i trattati europei che condannano i nostri popoli alla povertà e nello specifico l’Italia ad essere colonia dei poteri forti di Bruxelles e Francoforte”.
Per superare la crisi pare che la sinistra abbia ricette diverse, da una parte i socialisti europei, che vedono nell’Europa la strada da percorrere. Poi i partiti che, come Syriza, Die Linke, Izquierda Unida, Front de Gauche, fanno parte del Partito della Sinistra Europea e sono critici sul processo di unificazione ma salvano l’idea di Europa dei popoli. Ed infine voi che, con il KKE greco, il PCPE spagnolo, il DKP tedesco ed altri ancora, siete assolutamente contro la UE…
“Esattamente così e lo diciamo con nettezza anche a Vendola e ad altri movimenti e partiti della cosiddetta sinistra radicale: l’Europa dei popoli non esiste, c’è solo quella del mercato e del capitale e per questo siamo contro l’Unione Europea, punto e basta. Anzi proprio da queste considerazioni stiamo lavorando a costruire una piattaforma politica anti-UE delle forze comuniste nel continente. Nei prossimi mesi sono previsti appuntamenti importanti che determineranno l’azione stessa dei comunisti in Italia”.