La Siria nega di aver usato le armi chimiche mette in guardia gli Usa su un eventuale intervento militare contro il governo militare siriano
Il regime siriano torna a ribadire di non aver mai fatto ricorso ad armi chimiche, cosa di cui lo accusano i ribelli a proposito del raid alla periferia est di Damasco. “Non abbiamo mai usato armi chimiche, in qualsiasi forma, agenti liquidi o gas”, ha detto il ministro per l’Informazione al Zohbi in un’intervista realizzata da una tv di siriana Beirut e trasmessa anche in Siria. E’ la stessa tv che qualche ora prima aveva riferito la supposta scoperta di un deposito di tali armamenti appartenente agli insorti, in un tunnel sotterraneo alle porte della capitale. Poi al Zohbi lancia un monito agli Usa: un intervento militare “non sarebbe una scampagnata, un’aggressione avrebbe ripercussioni gravi”.
25.8.13
Russia: le armi chimiche sono state usate dai ribelli
Putin consegna all’ONU le immagini dei satelliti russi.
Aleksandr Lukaševič, rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Russia, ha dichiarato che è stato lanciato un razzo che conteneva sostanze chimiche tossiche sulle zone orientali nei pressi di Damasco dalle aree occupate dai ribelli.
Lukaševič è certo che “Appare sempre più evidente che si tenti qualunque cosa per trovare un pretesto con il quale avanzare una richiesta al Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinchè si prendano le parti degli avversari del regime e allo stesso tempo far saltare ogni possibilità che si organizzi una conferenza di Genova, per preparare la quale è già stato fissato un incontro di esperti americani e russi il 28 agosto”.
Sabato una divisione dell’esercito filogovernativo siriano a Jobar, sobborgo di Damasco, ha trovato un deposito con gli antidoti per la cura e la prevenzione delle intossicazioni da armi chimiche, riferisce la televisione di Stato siriana. Nelle confezioni dei medicinali è scritto che sono stati prodotti “da una società farmaceutica qatariano-tedesca.” Precedentemente era stata comunicata sempre a Jobar la scoperta di un deposito con barili etichettati “Made in Saudi Arabia” contenenti agenti chimici militari. Secondo alcune versioni i ribelli sarebbero riusciti ad usare le armi chimiche contro i soldati dell’esercito di Assad. Attualmente a Jobar sono in atto feroci combattimenti.
IRAN
Esistono “prove” sull’utilizzo di armi chimiche da parte dei ribelli siriani nella zona di Damasco. Lo ha assicurato Abbas Araghchi, portavoce del ministero iraniano degli Esteri, citato dall’agenzia Isna. “Siamo molto preoccupati – ha detto il portavoce – per le informazioni sull’uso di armi chimiche in Siria e condanniamo con forza l’uso di queste armi. Esistono prove – ha proseguito – che sono stati i gruppi terroristici a commettere simili atti”.
In mattinata era stato il presidente iraniano Hassan Rohani ad ammettere che in Siria sono state usate armi chimiche che hanno ucciso “persone innocenti” e a chiedere alla comunita’ internazionale di “usare tutti i suoi poteri” per fermare questa pratica. Il presidente, tuttavia, non ha puntato il dito contro i ribelli o contro il regime, ne’ ha fatto un riferimento preciso all’ultima strage denunciata dai ribelli a Damasco.
“Non c’e’ alcuna autorizzazione internazionale per una ingerenza militare in Siria”. Lo ha detto Abbas Araghchi, portavoce del ministero iraniano degli Esteri, replicando a quanto affermato dal segretario Usa alla Difesa, Chuck Hagel, il quale ha confermato che Washington non esclude l’opzione militare in Siria, dopo le recenti denunce sull’uso di armi chimiche. La crisi siriana “si risolvera’ solo in modo pacifico e attraverso il dialogo”, ha aggiunto il portavoce, citato dall’agenzia Isna.
24 ago