Roma – Temono che alcuni dei documenti acquisiti durante le audizioni possano rimanere nascosti
Roma – Le famiglie delle vittime dell’eccidio di via Mario Fani scrivono a Giuseppe Fioroni.
Hanno firmato una lettera insieme alla figlia di Aldo Moro, Maria Fida, diretta al presidente della commissione Moro, Giuseppe Fioroni.
Lo riporta il sito Affaritaliani.
I lavori della commissione sono quasi conclusi e i familiari delle vittime temono che alcuni dei documenti acquisiti durante le audizioni possano rimanere segreti e il loro contenuto rimanga nel silenzio.
Non tutte le carte, infatti, sarebbero state rese fruibili.
Questo renderebbe difficile decifrare gli eventi che hanno portato al sequestro di Moro.
La lettera era stata pubblicata dal sito Sedicimarzo dedicato al caso Moro ed era apparsa sulla pagina di un membro della commissione stessa, Gero Grassi, che ne ha contestato il contenuto.
Da qui è nata una diatriba tra le parti con botta e risposta scritta.
La lettera
Gentile Presidente,
in vista della fine dei lavori della Commissione ormai prossimi Le rappresentiamo alcune esigenze condivise dalle parti civili dei caduti della Strage di via Fani e della Famiglia Moro. In particolare al fine di poter al meglio esercitare in futuro i diritti previsti dal codice Le chiediamo con la presente alcune informazioni riguardanti in particolare le carte acquisite dall’organismo parlamentare che Lei presiede.
Preliminarmente vorremmo sapere se le carte acquisite saranno pubblicate con quali modalità e tempi e se potranno essere acquisite tramite i nostri legali che ci rappresentano in tutto e per tutto in queste sede.
Nello specifico Le chiediamo:
1. Se la Commissione ha acquisito carte, documenti, informazioni o rapporti sui quali intende mantenere il segreto anche dopo la fine dei sui lavori. Infatti come si deduce dalla lettura dei resoconti pubblici molti sono i documenti che sono “entrati” con una classificazione di segreto;
2..Qualora il segreto fosse mantenuto su un certo numero di atti o documenti, Le chiediamo di quale natura è questo segreto, quanto durerà, chi potrà eventualmente rimuoverlo e se i documenti saranno sottoposti ai regimi degli archivi in caso di trasmissione all’Archivio Storico della Camera. In tale ultimo caso infatti si potrebbe prevedere un segreto (a seconda dei documenti) di 30 o 50 anni.
Le chiediamo inoltre se comunque gli elementi di novità contenuti in questi documenti acquisiti con la classificazione “in entrata” di segreto siano stati rappresentati sostanzialmente nella relazione finale o siano stati del tutto espunti. Infatti non si comprenderebbe se tali elementi di novità fossero comunque taciuti. E ciò perché ben si comprende la tutela riguardante le singole responsabilità ma non si comprenderebbe l’omissione del racconto della verità di fatti nuovi ed eventualmente importanti. Tutto ciò soprattutto alla luce dello spirito, delle motivazioni e della stessa logica politica ispiratrice delle direttive Prodi e Renzi in materia di desecretazione di atti direttamente o indirettamente collegati a reati di Strage.
3. Sempre per poter al meglio esercitare i diritti delle parti civili le chiediamo se questi documenti che eventualmente non saranno pubblicati perché coperti da segreto, riguardino la strage di via Fani, la prigionia del Presidente Moro o la sua uccisione.
4. In particolare Le chiediamo di conoscere quali e quanti documenti saranno inviati per competenza alla Procura della Repubblica di Roma, quanti e quali alla Procura Generale presso la Corte di Assise di Roma e presso la Corte Appello di Roma nonché alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che indaga anch’essa sulla vicenda Moro.
5. Vorremmo sapere inoltre su quali documenti la Commissione intende apporre il segreto “funzionale” e se saranno tutti anch’essi inviati alla Magistratura.
6. In ragione di quanto già esposto le chiediamo di poter avere quindi un elenco complessivo dei documenti sui quali eventualmente cadrà il segreto e anche l’elenco di quelli che saranno versati all’ Archivio Storico della Camera dei Deputati.
7. In qualità di parti offese riteniamo che a 40 anni dai fatti non sia concepibile apporre il segreto su fatti nuovi quando lo Stato italiano si è impegnato, con nostro grande apprezzamento, a rimuovere quelli del passato. L’esigenza di trasparenza, conoscenza e verità fa premio su qualsiasi altra necessità di tutela perché già la semplice trasmissione alla magistratura senza ulteriori aggravi di segretezza potrà garantire indagini approfondite e l’accertamento della verità tutelando la necessaria riservatezza. Non crediamo, e lo diciamo prima che la relazione finale venga approvata, che si possa sottrarre alla conoscenza degli italiani qualsiasi elemento di novità perché questa Commissione parlamentare è stata costituita a tale fine e se tale “conoscenza” fosse secretata senza ragionevoli, comprensibili e dichiarabili motivazioni ciò sarebbe del tutto inaccettabile perché questa è una verità che appartiene ai familiari delle Vittime ed a tutto il popolo italiano e non è concepibile che siano i suoi rappresentati a sottrargliela.
(Firmato da: Ignazio RIVERA, Giovanni RICCI, Paolo RICCI, Sandro LEONARDI, Vincenzo IOZZINO, Maria Fida MORO, Luca MORO )
La replica di Gero Grassi
“Lettera errata nel merito. Quello che è secretato è conseguenza di indagini in corso. Si può Desecretare materiale attraverso il quale si tenta di arrivare alla verità e potrebbe comportare attività penale della magistratura? No, altrimenti faremmo un piacere ai criminali. Conoscendo i firmatari deduco che sono stato mal consigliati dagli avvocati. Bastava una telefonata e avrebbero avuto consigli migliori. Si può sempre rimediare.”
La risposta dei Familiari delle Vittime di via Fani firmata da Giovanni Ricci:
“Appaiono singolari le affermazioni dell’on. Gero Grassi e rimaniamo stupiti perché a noi non risulta la trasmissione di tali atti alla Magistratura ne notizie di indagini in corso su tali atti secretati. Chiediamo allora di conoscere almeno in che data tali atti (tutti) sono stati o saranno trasmessi alla magistratura e a quali Procure della Repubblica. Se e quando la Magistratura confermerà la ricezione di questi atti e quindi nuove indagini in corso saremo lieti di apprenderlo come italiani e come familiari delle vittime. Avremmo voluto saperlo prima ma a volte le cose vanno sollecitate… Vorrà dire che attenderemo l’esito delle indagini penali e al termine tutti gli italiani potranno conoscere gli atti oggi secretati. Sara’ semplice capire se sono stati tutti trasmessi o qualcuno “merita” un periodo di secretazione funzionale. Se ne prossimi mesi apprenderemo che qualche atto non e’ stato trasmesso dalla Commissione perché secretato vorrà dire che oggi, ancora una volta, abbiamo ragione noi. Ma manderemo altre lettere e faremo sentire la nostra voce. Speriamo vivamente che non ce ne sia bisogno e che molto presto si possano portare alla luce i veri buchi neri centrali di questa tristissima storia”.
1 dicembre, 2017