di MOWA
Una storia “raccapricciante” l’aver annunciato il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele e il trasferimento della propria ambasciata USA da Tel Aviv, da parte dello statunitense Donald Trump.
Si conferma (di nuovo), così, un sodalizio, sempre più imperniato sull’illegalità di un territorio occupato: la Palestina, tra l’establishment USA ed Israele.
Un braccio di ferro quello statunitense che arriva sino alle porte dell’ONU che aveva, invece, più volte, posto risoluzioni contro l’occupazione del territorio palestinese da parte dei sionisti israeliani.
Questo concetto imperialistico statunitense (che al pari del razzismo esasperato dei sionisti israeliani, accusati più volte di genocidio), è la dimostrazione pratica di come una determinata élitaria classe sociale intenda la visione dei territori del mondo.
Un territorio, quello palestinese, preso di mira da forze imperialiste, che diventa una testa di ponte per controllare il Sud del mondo, tanto che confermavamo in un post precedente che:
per realizzare ciò si servirono di terroristi che, con la tecnica fuorviante delle false flag, poi diventarono, anche, capi di stato.
…La terra palestinese, infatti, venne presa di mira da organizzazioni terroristiche sioniste come Irgun e Stern e sostenute dall’Agenzia Ebraica con il suo leader David Ben Gurion. Poi vennero anche i terroristi sionisti dell’Haganah che, secondo documenti dell’ONU, provocarono massacri nell’albergo Semiramis a Gerusalemme il 5 gennaio 1948 o, addirittura, un’epidemia di tifo tra alcuni assediati autoctoni, avvelenando l’acquedotto di Acri…”
L’occupazione della terra palestinese l’avevamo inserita nel contesto politico di una presa di posizione precisa dell’imperialismo che aveva tra i suoi massimi sostenitori quelli della Federazione sionista (capeggiata da lord Rothschild) insieme al massone, nonchè segretario degli affari esteri britannico Balfour, che proseguiva l’opera di instabilità internazionale del piano di Vladimir (Ze’ev) Jabotinsky come ben illustrato nel suo scritto Il muro di ferro (del 1923).
Uno stillicidio, perpetrato dal sionismo israeliano, sia di vite umane che di “pezzi” (conquistati a fatica nei secoli) di democrazia.
Un sistema truffaldino per occupare militarmente territori e sovrastrutture vicine. Non si contano più (o non si vogliono vedere o mettere in discussione) quanti sono i (filo)sionisti all’interno dei parlamenti o in posti chiave dei Paesi europei che hanno, più o meno , favorito le guerre nei paesi limitrofi.
Infatti l’occupazione diretta dei servizi d’intelligence ed il controllo di queste nei vari Stati confinanti è sempre stata, per l’imperialismo, una priorità assoluta tanto urgente da infilare i propri emissari in organismi che servono per raccogliere informazioni (come nel caso della telefonia italiana…), o in imprese strategiche per lo sviluppo (o la rovina!) di un Paese. D’altro canto come potremmo dimenticare le responsabilità di tutti quei soggetti che finanziarono in modo, più o meno, occulto l’ascesa del fascismo Comit, banca gestita dall’ebreo polacco -naturalizzato italiano- Giuseppe Toeplitz, lo stesso, che finanziò il movimento sionista e che lo scrisse al suo collega e amico massone Cesare Goldmann. Sarebbe anche interessante rilevare i rapporti tra ebraismo e massoneria.
Ben vengano, allora, le aperture ideologiche di alcune personalità pubbliche come, ad es., Moni Ovadia che hanno lasciato la comunità ebraica milanese perché filo-israeliana dichiarando:
ho deciso di andarmene. Io non voglio più stare in un posto che si chiama comunità ebraica ma è l’ufficio propaganda di un governo. Sono contro quelli che vogliono “israelianizzare” l’ebraismo. Ho deciso di lasciare, come ha fatto Gad Lerner a causa della mancata presa di posizione dei vertici milanesi dopo l’uscita di Berlusconi al binario 21, nel Giorno della Memoria.
L’imperialismo trumpiano del riconoscimento di Gerusalemme capitale d’Israele diventa l’ennesima accelerazione del processo del caos sostenuto e portato avanti dagli stessi attori dell’insostenibile crisi finanziaria che sta indirizzando, per la sua temporanea soluzione, verso un’altra guerra e che solo gli oppressi potranno arrestare coalizzandosi in formazioni politicamente serie come era il P.C.I. di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer che seppero bloccare sul nascere molte crisi internazionali e non solo Medio-Orientali.