Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer
per la ricostruzione del P.C.I.
Ma che strani “compagni” questi di Potere al popolo.
Al punto 15 del programma, che riguarda la GIUSTIZIA, sono contrari al 41 bis, l’articolo del codice penale relativo al carcere duro per i criminali mafiosi.
Hanno la stessa posizione di Bagarella, di Riina, di Provenzano e di tutti i capi mafia incarcerati.
Veramente strani questi estensori del programma di Potere al popolo.
Provino a chiedere, questi strani estensori del programma, al popolo cosa vorrebbe fare realmente ai mafiosi…
Scoprirebbero che il 41 bis è un segno di grande civiltà.
E’ evidente che con simili posizioni gli altri articoli del programma sono solo uno specchietto per le allodole.
Ma il popolo e in esso il proletariato comunista, non è un’allodola, osserva, ragiona in termini di classe e giudica.
Sicuramente il 41 bis va esteso anche ai collaboratori esterni della mafia.
Saluti comunisti
1- DIFESA E RILANCIO DELLA COSTITUZIONE NATA DALLA RESISTENZA
2 – UNIONE EUROPEA
3 – PACE E DISARMO
4 – PER I DIRITTI DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI, PER IL DIRITTO AL LAVORO
5 – PREVIDENZA
6 – ECONOMIA, FINANZA, REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA
7 – SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA
8 – BENI E ATTIVITA’ CULTURALI, COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE
9 – SANITÀ, ASSISTENZA, LOTTA ALLA POVERTÀ
10 – DIRITTO ALL’ABITARE, ALLA CITTÀ, ALLA MOBILITÀ
11 – IMMIGRAZIONE E ACCOGLIENZA
12 – AUTODETERMINAZIONE E LOTTA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE E LE PERSONE LGBTQI
13 – AMBIENTE
14 – UNA NUOVA QUESTIONE MERIDIONALE
Anche la giustizia è un bene comune, ed è per questo motivo che riaffermiamo l’essenzialità dell’amministrazione pubblica della giustizia come argine di difesa dei diritti, rigettandone ogni forma di privatizzazione.
Migliaia di persone, negli ultimi anni, si sono trovate colpite da procedimenti penali o misure di polizia perché lottavano per il diritto all’abitare, al lavoro, alla salute, allo studio, per il rispetto dell’ambiente e del territorio. In pratica, grazie ad una politica corrotta e a certa stampa, la “legalità” ha colpito chi lottava per la giustizia sociale. Invece del riconoscimento politico delle rivendicazioni, la risposta dello Stato e della stessa magistratura è stata solo repressiva: chi lotta viene processato e arrestato, chi è bisognoso o più semplicemente ha comportamenti considerati, a ingiusto titolo, devianti o pericolosi, viene represso e condannato.
L’ovvia conseguenza è che le carceri, come ci dicono le statistiche, sono sovraffollate di immigrati, malati psichici, persone senza dimora e tossicodipendenti.
Il costo della giustizia ordinaria è aumentato anche a causa di marche da bollo e di contributi unificati sempre più esosi; i cittadini sono inoltre costretti, per molte materie, a tentare accordi stragiudiziali (con mediatori o arbitri a pagamento). L’obiettivo è scoraggiare totalmente il ricorso alla giustizia da parte delle classi popolari.
Le campagne d’odio contro il diverso, visto come deviante, portate avanti anche da alcune amministrazioni locali, istigano all’acquisto di armi. Sono così triplicate in dieci anni le licenze per il porto d’armi, arrivando al dato allarmante che quindici italiani su cento detengono una pistola o un fucile.
• l’amnistia per i reati legati alle lotte sociali, sindacali e ambientali;
• la depenalizzazione di una serie di reati, ereditati dall’ordinamento fascista del Codice Rocco e da sempre nuove leggi speciali;
• la riforma di alcune misure sanzionatorie e di regole procedurali (fogli di via, sorveglianze speciali, avvisi orali);
• l’abrogazione delle norme che hanno aumentato il potere dei sindaci in materia di sicurezza e decoro urbano (es. cosiddetto Daspo Urbano previsto dalla legge Minniti);
• l’abrogazione della legislazione speciale di natura emergenziale risalente agli anni 70 e 80 (legge Reale);
• la legalizzazione delle droghe leggere e la depenalizzazione del consumo di sostanze;
• il contrasto dei fenomeni corruttivi diffusi e della reimmissione di capitali di provenienza mafiosa, inasprendo le pene e allungando i termini di prescrizione per riciclaggio e autoriciclaggio;
• l’educazione all’antimafia, chiedendo ai Comuni di ottemperare all’obbligo di informare la cittadinanza sui beni confiscati, e favorendo le amministrazioni che risocializzino questi beni;
• la smilitarizzazione della guardia di finanza e la trasformazione in polizia specializzata in contrasto alla corruzione, all’evasione ed elusione fiscale e tributaria;
• l’introduzione dei codici identificativi per gli agenti di polizia in servizio di ordine pubblico;
• la modifica della insufficiente legge sul reato di tortura, approvata dal parlamento a luglio 2017;
• contrastare fortemente la libera disponibilità di armi;
• l’abolizione dell’ergastolo e del 41 bis, e l’emanazione di un provvedimento di amnistia che risolva il problema del sovraffollamento carcerario;
• una riforma della vita carceraria, soprattutto attraverso un più ampio utilizzo delle misure alternative e di validi percorsi per il reinserimento dei detenuti;
• l’abbattimento dei costi di accesso alla Giustizia al fine di consentire la tutela dei propri diritti anche alle fasce economicamente più deboli della popolazione.