di MOWA
Da anni assistiamo, da parte dei politici di turno, ad un subdolo e pretestuoso attacco alla salute dei lavoratori/trici.
Non passa giorno che, sulla cronaca dei giornali, non venga pubblicata qualche notizia sul pessimo stato di salute della popolazione nonostante che le poche ricerche mediche sopravvissute alla “spending review” del Governo Monti tentino di sconfiggere alcuni dei mali che infliggono dolore alle famiglie.
Un esempio pratico lo possiamo vedere con la storia dell’ILVA di Taranto: mentre la magistratura tenta di far rispettare la Costituzione i ministri del Governo Monti cercano di aggirare i dispositivi di legge a colpi di decreti anzichè tutelare la salute della collettività contro la malagestione della fabbrica dell’acciaio che continua ad inquinare andando a peggiorare la vivibilità della popolazione.
Se poi, a questo, aggiungiamo le nuove modifiche effettuate dal governo per accedere all’età pensionabile (che si è alzata -indistintamente per tutti – verso i 70anni) capite che l’effettiva speranza di vita di un povero “cristo” che ha lavorato tutta una vita ed in modo onesto per poter godere un po’ di meritata tranquillità, va assotigliandosi considerevolmente. Questa ulteriore riforma pensionistica fa pesare doppiamente “il risparmio” su coloro che dovrebbero percepire delle pensioni medio-basse prima ritardandone l’erogazione e trattenendo per un tempo più lungo i fondi versati e poi proprio per la diminuzione della speranza di vita che ognuno di noi avrà in futuro.
Tutto questo invece di mettere un tetto alle super-pensioni mensili da oltre € 19.000 o applicare la vecchia ed inapplicata Legge 88 del 1989 che separa la previdenza dall’assistenza.
Non contenti di ciò, questi pseudo “rappresentanti del popolo”, che si dimenano in parlamento per asservire il disegno della borghesia che ha allungato l’attività lavorativa (che si sia dietro ad una scrivania o che si sia in un altoforno, che si lavori di notte o di giorno, al chiuso o in balia delle intemperie) sono pronti a privare ulteriormente i lavoratori di diritti acquisiti in anni di sofferte lotte con l’eliminazione dell’assistenza sanitaria nazionale perché troppo onerosa. (sic!)
Ci saremmo aspettati, a questo punto, che, almeno i politici cattolici o quelli con un’anima sociale ben radicata come l'(a)sinistra”, facessero opposizione e/o una vibrata resistenza a tanto scempio ed, invece, si sono adeguati alle esigenze del mercato.
Già, il mercato!
Lo stesso mercato che, in molte regioni come Lombardia e Lazio, ha fatto della sanità pubblica un lucroso affare privato facendogli perdere la sua connotazione originaria: quella di curare anziché di speculare sulla salute delle persone…
In questo periodo di “vacche magre” per i soliti, in Lombardia non si contano più le persone che si trovano davanti ad un bivio: devono scegliere quotidianamente se pagare il ticket per curarsi o mangiare.
Purtroppo, dai dati ISTAT non si è riusciti ad estrapolare quante siano le persone che, in questi ultimi anni, hanno “subìto” l’abbassamento del livello di speranza di vita, come non si è riusciti a compararlo con i decenni precedenti… ma, valutando l’aumento delle persone che, anche se lavorano fanno la fila dalle associazioni caritatevoli per mangiare, la preoccupazione è ragguardevole.
Nello scenario apocalittico (altro che Maya!) che ci troviamo di fronte vengono alla mente gli studi fatti nel 1972 da uno dei vari think tank esclusivi: il Club di Roma (dove si annoverano tra i membri onorari: David Rockefeller, principe Filippo del Belgio, re Juan Carlos I e regina Dona Sophia di Spagna, regina Beatrice d’Olanda, Eduard Shevardnadze, Rigoberta Menchù Tum, Jacques Delors, Michail Gorbaciov). Nel rapporto redatto dopo questi studi si pianificavano “I limiti dello sviluppo” che l’umanità, se voleva sopravvivere, doveva raggiungere modificando il suo stile di vita e le sue grandezze e, pertanto, veniva auspicato, per non dire, più esplicitamente… (visto che è stato realizzato in diverse parti del globo) di indirizzare i vari governi ad una drastica riduzione della popolazione onde evitare, probabilmente, l’ingestibilità della stessa da parte dell’élite.
Sempre nello stesso documento, in modo molto più esplicito il Club di Roma affermava di essere: “…Alla ricerca di un nuovo nemico che ci permettesse di unirci, abbiamo pensato che l’inquinamento, la minaccia del surriscaldamento globale, la scarsità d’acqua, le carestie e fenomeni simili facessero al caso nostro…” concludendo con l’inequivocabile proposito “…Il vero nemico, allora, è l’umanità stessa.”
Per ottenere ciò, il “sistema élitario oligarchico” è stato (ed è tuttora) decisamente bieco perché non ha usato un tipo di violenza visibile grazie alla quale chiunque avrebbe compreso subito l’inganno ma ha messo in atto alcune “manovre” istituzionali (tra queste quelle economiche) per le quali si è arrivati a giustificare “l’azione riparatoria per risollevarsi dalla crisi”, come ad es.:
- Distruzione del potenziale scientifico e tecnologico con restrizione dei sovvenzionamenti statali;
- Incremento costante del debito pubblico causato, prevalentemente, dalla riduzione tributaria (evasori compresi);
- Cessione di pacchetti azionari o vendita dei beni pubblici a stranieri;
- Controllo di altre entità sullo sviluppo della politica economica nazionale e straniera.
Tutto ciò, tra l’altro, avvenne nell’ex URSS dove il Tesoro degli Stati Uniti d’America tramite la Bank of New York, la Goldman Sachs, l’Harvard Endowment, il Massachusetts Fleet Financial, la Banca di Boston e l’immancabile CIA (e la ‘ndrangheta) distrusse il valore del rublo. L’effetto della caduta dell’ex URSS, determinato dal collasso dell’economia e del sistema finanziario (con un saccheggio illegale di oltre 500 miliardi di dollari) fu che la gente comune moriva di freddo e pativa la fame.
È stato, inoltre, calcolato, dall”Hoover Institution Policy, che l’aspettativa di vita di un russo nel 2000 fosse scesa a circa 48 anni, che il 41,2 % della popolazione vivesse con un introito (equivalente in rubli) di $ 500 l’anno e, in un decennio, aver avuto una riduzione di persone da 160 milioni a 145 milioni. Tanto fu il disastro provocato dalle manovre economico-finanziarie che, persino, la Camera dei Rappresentanti deli USA dovette ammettere che: “… Milioni di uomini e donne che avevano depositato in banca persero tutto. Bancomat e carte di credito smisero di funzionare. Decine di banche si dichiararono insolventi e sparirono dalla circolazione. Depositanti arrabbiati assediarono le sedi per poi scoprire che erano rimasti al verde. Milioni di cittadini anziani, che da mesi non ricevevano le loro già misere pensioni, persero in maniera definitiva i loro introiti. […] … il rublo – e con esso tutti i risparmi della popolazione – aveva perso almeno il 75 per cento del suo valore. La devastazione dell’economia del Paese fu peggiore di quella sperimentata dal Nord America negli anni della Grande Depressione. Nel 1932, il prodotto interno lordo deli Stati Uniti si era ridotto quasi di un terzo. In Russia, nei sei mesi dopo il crollo, l’economia si era ridotta di oltre due terzi. Dai 422 miliardi di dollari del 1997, il Pil passò a 132 miliardi prima della fine del 1998…”
Se facciamo il giro degli Stati europei, per non andare in Sudamerica o in Oriente, dove ci sono, ci sono stati o sono prossimi problemi di crisi economica, scopriamo che le tecniche utilizzate, con solo qualche piccola variante, sono sempre le stesse di quanto fatto nell’ex URSS ed esposti precedentemente nei 4 punti.
La successione è la seguente: prestiti dal FMI, dalla BM, ecc. —> tassi elevatissimi —> appropriazione dei beni nazionali (materie prime, immobili pubblici e privati, tecnologie, industrie, ecc.).
Noi possiamo constatarlo con l’avvento del Governo di Mario Monti (membro dell’International Advisory Board di Goldman Sachs), nel 2011 dodicimila società hanno dichiarato fallimento perché le banche hanno chiuso le linee di credito benché avessero ricevuto dalla BCE centinaia di miliardi di €uro ad un tasso vicino allo zero.
Sappiamo che il ministro Monti quei soldi non li ha destinati alle imprese ma ai suoi sodali banchieri.
Se questo non è un genocidio dichiarato, allora cos’è?
da: http://iskra.myblog.it/archive/2012/12/28/dens-dŏlens-77-se-non-e-genocidio-questo-cos-e.html