Elementi della loggia massonica “Lacinia” di Crotone, sciolta nel 2010, erano in contatti con appartenenti alle famiglie della ‘ndrangheta locale. Questo è quanto riportato dalla Commissione parlamentare antimafia nella relazione sulle infiltrazioni di “cosa nostra” e della ’ndrangheta nella massoneria in Sicilia e Calabria.
Questo quanto riportato dalla Commissione presieduta da Rosy Bindi: “L’esplorazione a campione è stata, infine, estesa anche ad alcune logge sciolte con sede in altre aree della regione Calabria. Nel territorio di Crotone, è stata esaminata la loggia GOI “Lacinia” che si caratterizza, in particolare, per il fatto che nell’ambito dei soggetti che ne hanno fatto parte è stata individuata una dozzina di massoni con evidenze, risalenti al luglio 2007, attinenti al reato di cui all’art. 2 della legge 17/1982 sulle associazioni segrete, taluni dei quali peraltro in posizione di dipendenti pubblici (personale del ministero della giustizia, dell’agenzia delle entrate, dell’INPS, ecc.). Anche per questa loggia non mancano coloro per i quali gli elementi di polizia indicano rapporti di frequentazione con soggetti pregiudicati. In un caso, un massone della loggia “Lacinia” è stato posto in relazione con tre diversi esponenti ritenuti appartenenti alla ‘ ndrangheta, due dei quali anche con pregiudizi per traffico di droga e l’altro per estorsione. In un altro, vi è traccia di una frequentazione con un soggetto con precedenti per mafia, estorsione e usura. Per altri due membri della loggia sono emerse evidenze di polizia per il reato di estorsione e per corruzione. La loggia risulta sciolta il 9 luglio 2010 dal gran maestro Raffi per contrasti all’interno della loggia e per altre violazioni di mero rito massonico”.
26 febbraio 2018