Viaggio nell’ateneo emblema del nuovo M5S. Fondata dal dc Scotti, già legata a Malta, in partnership con Mosca, un legame societario con Londra. Tofalo ci ha studiato intelligence e il leader pentastellato ci pesca i ministri
Ci mancano Harry Potter e il Grande Puffo, giusto loro: poi siamo al completo». In un vialetto della Link Campus University, Elisabetta Trenta da Velletri, 51 anni, vicedirettrice del master in intelligence e sicurezza, nove pagine di curriculum pesante, presentata al mondo come ministra della Difesa di un eventuale esecutivo M5S appena un paio di settimane dopo aver conosciuto Luigi Di Maio, sbuffa vistosamente, da grillina prima maniera quale è.
Tutti i riferimenti simbolici che i giornalisti hanno intravisto nell’università privata in cui lei insegna non esistono mica, sostiene. I servizi segreti, la massoneria, i disegni occulti: macché. È tutto «molto più semplice», arringa lei in montgomery blu e scarpe Hogan azzurre, appena fuori dal suo ufficio, ultimo piano dell’edificio “Romagnoli”, stanza “i” che divide con tre colleghi, tra pranzi consumati in loco, ciotola dell’insalata sulla scrivania, professori che si affacciano ironici («Toc toc, c’è il ministro?»), studenti che si precipitano a salutare la prof «adesso, finché è senza scorta».
Sarà pure più «semplice» ma – c’è da dire – tra legami con Malta, professori coinvolti nel Russiagate, democristiani doc, lezioni di intelligence a mazzi, ottimi rapporti col Vaticano, partnership con l’università di Mosca, partecipazioni societarie inglesi, ex ministri e prossimi ministri sparsi a frotte tra aule e viali, il problema non sembra essere l’eventuale assenza di Harry Potter e Grande Puffo.