Come si può sperare di cambiare in meglio il Paese se, poi, non si sistemano le questioni importanti come, ad es., evitare che i furbetti la facciano franca?
Quest’ennesimo articolo de Il fatto Quotidiano (riportato sotto) solleva la questione morale nel nostro paese.
Infatti, non c’è stato nessun partito/movimento che si sia messo in condizione di sollevare la questione del conflitto d’interessi derivato da queste doppie, triple… cariche di figure istituzionali e che, potrebbero (se non l’hanno già fatto) fare leggi a loro favorevoli.
Incarichi, si badi bene, che erano già stati sollevati prima delle ultime elezioni e volutamente glissate da tutti. Nessuno escluso.
Qualcuno, poi, strumentalmente, non vorrà sentire o fare paragoni di quando c’era il P.C.I. (da Togliatti a Berlinguer) in Parlamento che frenava questi fenomeni di malcostume… e spingeva la società verso la collettivizzazione dei beni invece di privatizzarli. Se abbiamo, come sinistra, perso potere contrattuale sulle questioni di natura sociale lo dobbiamo anche a queste cose.
MOWA
Parlamento, tra incarichi e partecipazioni: centrodestra domina da sanità a editoria. Il recordman? Della Frera di Forza Italia
di Emanuele Di Loreto
Non scherzano neppure Daniela Santanchè di Fratelli d’Italia, con 16 incarichi aziendali, e il berluscones Emilio Floris, socio di 10 diverse imprese. “Il 35% degli incarichi aziendali e il 33,53% delle partecipazioni” societarie rappresentati nel nuovo Parlamento, scrive Openpolis, “sono riconducibili a parlamentari di Forza Italia”. Alle cui file appartengono anche Giuseppe Massimo Ferro (14 incarichi e una partecipazione), Salvatore Sciascia (12 incarichi), e Cristina Rossello (10 incarichi).
Alle spalle del partito di Silvio Berlusconi, sul secondo gradino del podio, si piazza invece la Lega. Tra i neo deputati e senatori del Carroccio spiccano i nomi dell’ex sindaco di Padova Massimo Bitonci, con 11 incarichi e 3 proprietà aziendali, e Giulio Centemero, anche lui con 11 incarichi aziendali, compreso quello di amministratore delegato di Radio Padania.
Medaglia di bronzo per il Movimento 5 stelle con il 19,50% degli incarichi aziendali e il 20,23% delle partecipazioni rappresentati nel nuovo Parlamento: da “Michele Gubitosa, eletto ad Avellino e socio di 4 aziende e con 8 diversi incarichi” a “Mario Turco, senatore pugliese, con 8 incarichi aziendali”, fino a “Salvatore Caiata (eletto con i 5 Stelle ma iscritto al Gruppo Misto della Camera, ndr), presidente del Potenza calcio con 6 proprietà e 6 incarichi aziendali”.
E il Partito democratico? “Volendo stilare una classifica dei parlamentari con più interessi economici, sono pochi gli eletti del Pd che figurerebbero in cima – rileva Openpolis – tra i primi 15 con più partecipazioni, solamente Gianfranco Librandi, deputato lombardo al secondo mandato, socio di 4 aziende”. Quanto agli incarichi aziendali, oltre a Marcucci, spiccano i nomi di Claudio Mancini e Andrea Colaninno, tutti a quota 7.
Ma c’è anche un’ultima curiosità. Tra i neoparlamentari ci sono anche tre consiglieri della Arnoldo Mondadori Editore Spa: Cristina Rossello, Alfredo Messina e Pasquale Pio Graziano Cannatelli. “Quest’ultimo è anche vice presidente Fininvest, azienda che schiera in Parlamento anche il consigliere Salvatore Sciascia”, rileva il dossier. Altra azienda ben rappresentata nel nuovo Parlamento è la Dedalo comunicazione Srl, che “è riuscita a far eleggere due dei suoi tre soci, tutti di Fratelli d’Italia”. Si tratta di “Augusta Montaruli e Giovanni Donzelli”.
5 aprile 2018