OVVERO:
Come i nazifascisti parastatali di Stefano delle Chiaie dettero una mano al PCDI- ML con l’attacchinaggio dei manifesti comunisti scritti da Bonanni e Tedeschi, fascisti irriducibili della redazione de IL BORGHESE, pagati dal generale Allavena, Piduista….
Fra piani di destabilizzazione e schedature illegali, il SIFAR finanziava tramite il colonnello Renzo Rocca anche l’Istituto Pollio (un’organizzazione eversiva che si nascondeva dietro l’etichetta di un centro di studi militari), che organizzò all’Hotel Parco dei Principi di Roma un grande raduno di nazifascisti e di nostalgici della RSI, per elaborare le strategie della grande battaglia internazionale contro il comunismo. Il convegno (3-5 maggio 1965) vide interventi di Enrico De Boccard, Pino Rauti, Renato Mieli, Eggardo Beltrametti, Vittorio De Biasi, Marino Bon Valsassina, Carlo De Risio, Giorgio Pisanò, Giano Accame, Gino Ragno, Alfredo Cattabiani, Dorello Ferrari, Guido Giannettini, Giorgio Torchia, Giuseppe Dall’Ongaro, Vanni Angeli, Fausto Gianfranceschi, Ivan Matteo Lombardo, Vittorio De Biasi, Osvaldo Roncolini, Pio Filippani Ronconi, Adriano Magi-Braschi. Presenti anche Mario Merlino, Stefano Delle Chiaie, Alceste Nulli-Augusti, Gianfranco Finaldi; presidente del convegno era Salvatore Alagna. Fra i temi trattati, oltre alla necessità di battersi per un governo nel quale i militari avessero più peso, si discussero le tecniche di infiltramento e l’esecuzione di attentati per spingere l’opinione pubblica a chiedere più ordine e sicurezza; particolarmente sentito fu il tema del controllo della stampa e delle fonti di informazione.
Il colonnello Rocca, trait-d’union fra la Confindustria e i Servizi, collettore e distributore di ingenti somme in aggiunta a quelle erogate dalla NATO e dalla CIA, suggerisce al senatore Eugenio Reale di utilizzare lo staff de Il Borghese e di intervenire anche sul piano cinematografico e sul piano della comunicazione murale, con l’affissione di manifesti. In due lettere al generale Giovanni Allavena, Piduista, Mario Tedeschi, Piduista, ex Decima MAS, collaboratore dell’Ufficio AA.RR. del Viminale, giornalista “professionista” poi eletto senatore nei ranghi dell’MSI-DN, offre a pagamento i servizi suoi e quelli de Il Borghese per le campagne di stampa “anticomuniste”:
“Questo gioco”, scrive Tedeschi al generale Allavena “lo può condurre solo un clan di gente intelligente e del mestiere, che non abbia scrupoli di condotta…” [Atti BS/01-atti Brescia-1/atti nuovi/Be-12 pagg. 74-81].
Tedeschi e i suoi si mettono subito al lavoro, e organizzano l’operazione “manifesti cinesi”. I testi dei manifesti comunisti sono scritti da Giuseppe Bonanni, irriducibile fascista nostalgico della RSI, della redazione de Il Borghese, e la manodopera per l’attacchinaggio viene fornita da Stefano Delle Chiaie e dai suoi uomini di Avanguardia Nazionale.
Carlo D’Adamo