I venezuelani hanno dato una forte risposta alle aggressioni estere, ai tentativi di non riconoscere il sistema politico bolivariano e al boicottaggio della destra, con la realizzazione, ieri, domenica 20, di una giornata elettorale in pace e con una forte partecipazione.
CARACAS.– I venezuelani hanno dato una forte risposta alle aggressioni estere, ai tentativi di non riconoscere il sistema politico bolivariano e al boicottaggio della destra, con la realizzazione, ieri, domenica 20, di una giornata elettorale in pace e con una forte partecipazione.
Il presidente Nicolás Maduro è stato uno dei primi a votare ed ha atteso nel seggio del liceo bolivariano Miguel Antonio Caro, a ovest della capitale venezuelana, lo squillo di tromba di Carabobo, che ha dato inizio alla giornata elettorale.
Il mandatario bolivariano ha definito il 20 maggio «un giorno storico» ed ha segnalato la «campagna esemplare» realizzata dalle forze rivoluzionarie per «una difesa del modello indipendente, sovrano e d’inclusione».
Il cancelliere della Repubblica, Jorge Arreaza, ha segnalato la forza del popolo venezuelano sottoposto ad una guerra economica imposta da attori della destra nazionale e internazionale.
«Nonostante tutto il popolo è qui, compiendo il dovere di votare per la patria», ha aggiunto.
La presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente (ANC), Delcy Rodríguez, ha risaltato che: «I venezuelani attraverso il voto dimostrano al mondo la loro autodeterminazione e la capacità di unirsi per il futuro del Venezuela», ha informato la AVN.
Gli elettori sono stati chiamati alle urne per scegliere tra due candidati ben definiti.
Da un lato l’attuale presidente, Nicolás Maduro, che scommette sulla continuità dei progetti sociali e per mantenere la sovranità della nazione di fronte alle aggressioni esterne.
Dall’altro il candidato Henri Falcón che propone di “dolarizzare” l’economia e applicare terapie da choc con l’aiuto di organismi finanziari internazionali.
Gli altri due aspiranti , Javier Bertucci, di “Esperanza por el Cambio”, e Reinaldo Quijada, di “Unidad Política Popular”, non hanno possibilità di vittoria.
La destra è arrivata al 20 maggio divisa, dato che una parte della detta Mesa de la Unidad Democrática voleva constinuare a seguire la via della violenza e non andare alle urne, come metodo per realizzare i suoi obiettivi politici.
Nonostante le minacce di boicottaggio, nella giornata elettorale i settori più reazionari dell’opposizione non sono andati per le strade e la giornata è trascorsa in pace.
IL VOTO ALL’ESTERO
Il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) ha installato 276 seggi in ambasciate e consolati di 90 paesi, dove sono stati convocati 108.623 elettori, ha riportato la AVN.
Nell’Ambasciata del Venezuela, a Cuba è stato abilitato un seggio dove centinaia di studenti e collaboratori che risiedono nell’Isola sono andati ad esercitare il loro diritto di voto.
Le autorità del seggio nella capitale cubana hanno informato che erano 589 i cittadini venezuelani residenti in Cuba con diritto al voto e di loro 234 sono studenti.
Francisco Guedes, medico residente e rappresentante della Residenza Studentesca dei venezuelani in Cuba, ha commentato alla stampa che «votare è un impegno con la Patria e soprattutto un impegno con la demacrazia e con il paese».
WASHINGTON RESTA SENZA SCUSE
Nonostante le infinite dimostrazioni di mobilitazione popolare e la fiducia della maggioranza dei venezuelani nel loro sistema politico, gli Stati Uniti e un gruppo di paesi alleati mantengono la posizione di non voler accettare i risultati delle votazioni.
Facendo un bilancio della giornata dal palazzo di Miraflores, Maduro ha respinto le nuove dichiarazioni che violano la sovranità venezuelana, espresse dalla portavoce dell’amministrazione statunitense di Donald Trump, ha riferito PL.
In una dichiarazione rilasciata al quotidiano locale El Universal, la portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Heather Nauert, ha riferito ancora una volta che le elezioni presidenziali e dei Consigli Legislativi Regionali in Venezuela mancano di legittimità.
Di fronte alla forte affluenza degli elettori alle urne, il mandatario bolivariano ha definito come “azioni disperate” le manovre dele autorità di Washington, che ricevono il rifiuto della comunità internazionale e del popolo del Venezuela.
GI OSSERVATORI CONVALIDANO LE VOTAZIONI
Gli osservatori internazionali hanno confermato la trasparenza del sistema elettorale della nazione bolivariana.
«Siamo venuti ad accompagnare una festa di democrazia», ha riferito l’ex mandatario ecuadoriano Rafael Correa risaltando la forte affluenza osservata nella giornata.
Correa è uno dei 150 accompagnatori internazionali che hanno presenziato la giornata elettorale, nella capitale come all’interno del Venezuela.
«È impossibile la frode nel sistema elettorale venezuelano», ha ratificato la presidente del CNE, Tibisay Lucena, parlando di uno degli aspetti che riceve l’attenzione degli accompagnatori internazionali.
«Lo stato del Venezuela fa il suo lavoro per garantire la pace e la partecipazione popolare», ha segnalato ancora.
«Le elezioni di domenica marcano un prima a un dopo per la nazione sudamericana, che cerca di superare la crisi economica e vuole continuare il cammino dello sviluppo economico con giustizia sociale. (GM- Granma Int.)
21 maggio 2018