“La vita è breve: evitiamo, dunque, programmi troppo estesi: ogni giorno, ogni ora ci mostra la nostra nullità e ricorda a noi smemorati, con qualche nuovo argomento, la nostra fragile natura. Allora noi, che facciamo programmi come se la nostra vita fosse eterna, siamo costretti a pensare alla morte. Si volge, infatti, ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.” (Lucio Anneo Seneca)
di MOWA
Storia già vissuta in Italia quella di abolire il Parlamento e trovarsi con ventanni di iattura per il popolo.
Stando a Treccani, eversivo starebbe ad indicare colui “Che mira ad abolire, a sopprimere […] Che tende a rovesciare, a sconvolgere l’assetto sociale e statale, anche mediante atti rivoluzionarî o terroristici”.
Atto “eversivo”, dunque, quello proposto da Davide Casaleggio quando sostiene che “Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile” , “tra qualche lustro è possibile” e che il Parlamento “non sarà più necessario nemmeno in questa forma”.
D’altra parte, in casa M5S, si porta avanti una stridente contraddizione, che sembra fatta apposta per anestetizzare gli animi di chi abbia compreso bene il messaggio casaleggiano, trovando un Gigino Di Maio che alla trasmissione su La7, L’aria che tira Estate, afferma “i Casaleggio ci prendono sempre quando parlano di futuro” avvallando le tesi del capo del movimento: “I cittadini già ci dicono che il Parlamento è inutile. Sta a noi, con atti concreti, dimostrare il contrario”. Linguaggio in perfetto stile (si fa per dire) di V for Vendetta, romanzo grafico scritto da Alan Moore, dove il protagonista si comporta con le masse un po’ da pifferaio di Hamelin.
Ma Gigino dovrà scegliere … o, i cittadini ci dicono che il parlamento è inutile, oppure, sta a noi, con atti concreti, dimostrare il contrario, perché entrambe le cose non stanno bene insieme in quanto sono un palese ossimoro. A meno che, abbia scelto di dire ciò per non scontentare sia il “capo” ma nemmeno chi li ha votati che, poi, così tanto tonti non sono e già si fanno sentire sul piano del consenso in calo.
Sono anni che diversi massocapitalisti hanno pianificato come ricevere, da parte delle masse, un consenso pratico senza usare metodi apparentemente cruenti (come i militari) ma usando un’arma ben più penetrante come quella della retorica (e/o) di una reiterata necessità maièutica di richiesta di verità. Una verità mistificata perché ricercata su valori falsati come “la giustizia sociale” senza tener conto delle differenze di classe, dove – secondo loro – gli interessi del grande capitale si coniugano con i bisogni e le necessità degli sfruttati; e la dice lunga il fatto che si guardino bene, i pentastellati dal ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (Legge 300/70 licenziamento solo per giusta causa) e invece danno ridicoli indennizzi al malcapitato che magari rivendicava diritti acquisiti e ottenuti con grandi sacrifici.
Tutte scelte, queste, che agevolano sensibilmente l’alleato di governo del carroccio che sta accelerando il processo di ricerca di consensi che già di suo, in fatto di demagogia e retorica, ne avrebbe da vendere.
Movimenti, quello pentastellato e della Lega, che sono nati artificialmente come lo è la similpelle (apparentemente uguale alla pelle ma nata in provetta nei laboratori) che propongono cose in conflitto tra loro come lo è stato il puzzle del programma di governo, dove la tecnica doppiogiochista sta ottenendo, nel breve periodo, i suoi risultati positivi a favore dei potenti.
Infatti, entrambi, dicono di essere antimassoni ed eleggono massoni in parlamento, dicono di essere contro l’usura bancaria e, ad oggi, non hanno preso posizioni contro il loro candidato ministro (dell’Aspen) Paolo Savona che è nell’occhio del ciclone per fenomeni d’usura, dicono di volere trasparenza e sono i primi a negarla, dicevano di essere a tutela della Costituzione nel famoso referendum del 4 dicembre 2016 e, ora, la picconano sul sistema della rappresentanza o del sistema elettorale attuale che è illegale…
Il pentastellato Davide Casaleggio vorrebbe, nientemeno, togliere, in prospettiva, il Parlamento e sostituirlo – dice – con democrazia diretta attraverso il sistema dei referendum consultivi e, magari, usando il sistema informatizzato che fa acqua da tutte le parti come possiamo vedere con gli scandali dei casi Cambridge Analytica o quello nuovo della raccolta dei dati Crimson Hexagon. Vorrebbero sburocratizzare la macchina statale con il blockchain (in italiano “catena di blocchi”) con il quale non fanno capire dove e cosa vogliono togliere, sostituire o implementare ma, soprattutto, se sarà un sistema informatizzato pubblico o privato. E, noi, ce lo immaginiamo già l’affare a favore dei secondi.
A questo punto appare, però, sempre più chiaro come mai il consolidato blocco statuale regolatore venga vissuto dai pentastellati, leghisti e multinazionali come il fardello che impedirebbe il loro visionario sviluppo (sic) come sosteneva, d’altronde, il celeste Roberto Formigoni quando gridava ai quattro venti “più privato e meno Stato”, finito, anche lui, sotto inchiesta e condannato.
Appare sempre più evidente (adesso anche ai sostenitori del M5S che, infatti, li stanno scaricando – dicono i sondaggi), quanto siano sempre più simili ai vecchi schemi politici di servi dei poteri forti da farli risalire, addirittura, alla vecchia balena bianca democristiana, nonostante, vorrebbero far credere di essere altra cosa…
Se il lavoratore italiano (e non solo), non si affretta ad unirsi in un blocco sociale anticapitalista e di classe, costruendo un soggetto politico catalizzatore del disagio, che abbia tutte le prerogative di una vera e ad oltranza trasparenza delle azioni, che abbia nel suo DNA il coinvolgimento diretto, de visu, della società nel suo complesso (nei quartieri, nei rioni, di via… come lo erano le sezioni del P.C.I. sino ad Enrico Berlinguer, o comitati) e non attraverso artifizi incontrollabili informatici, non ne uscirà vincente ma sarà solo dominato da poteri che, come un ircocervo, lo infinocchia per benino. Un pericoloso precedente in Italia l’abbiamo avuto e si era, anche lui, presentato come innovatore, futurista, rivoluzionario… ma con un’anima conservatrice sostenuta economicamente da grandi interessi capitalistici ed i nostri nonni e padri hanno dovuto usare tutta la loro intelligenza, la loro giovinezza, la loro vita, per debellare l’antidemocratico cancro. Non scordiamoci le parole di Seneca: sta …ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.