di: Luciano Scateni
Gli italiani vaccinati e perciò esenti dal contagio che ha infestato il lotto di sprovveduti e a digiuno delle grandi questioni politiche. Ignari dei danni che condizionano la salute del Paese, intuiscono con qualche ritardo, i perché della malefica accoppiata Di Maio-Salvini, che si ostina a infrangere le regole europee sul debito dei Paesi membri e i limiti in cui ciascuno di loro deve contenere il deficit.
Come non ribellarsi alla cocciutaggine del governo gialloverde, che in perfetta armonia è sul punto di far ricadere sugli italiani l’erosione dei risparmi, il probabile aumento delle tasse, il buco nero dei miliardi bruciati con il balzo in alto dello spread? Una spiegazione si congiunge in via diretta con la presunzione di Lega e 5Stelle di andare al potere in Europa, alleati a xenofobi e razzisti con empatia per i regimi totalitari e il nazionalismo. La strategia è nascosta proprio nella prevista reazione di Bruxelles alla manovra economica che Tria è stato costretto a firmare per non essere “licenziato”. Se la Ue dovesse far seguire sanzioni alla bocciatura del Def, l’Incompiuto Di Maio e il Ce l’ho duro Salvini dichiarerebbero guerra a Bruxelles, mentirebbero agli italiani raccontando che la nuova fase di austerity è colpa di Juncker e Moscovici, di chi governa la Comunità e chissà potrebbero andare al potere in un’Europa oscurantista.
I contrasti Italia (Lega-Grullsimo) con l’Europa s’impennano e producono effetti pari al mettere sale sulle ferite. In risposta alla politica dei respingimenti, culminata con l’ordine di Salvini di vietare lo sbarco di migranti nei porti italiani e il ritiro dal Mediterraneo delle navi che hanno sottratto alla morte decine di migliaia di profughi, la Merkel ha deciso di rispedire al mittente, con voli non di linea, cioè all’Italia, cinquantamila migranti che dal nostro Paese, dove sono sbarcati, hanno raggiunto la Germania. Salvini, autore della strategia di rinvio in Africa di migranti con voli charter, risponde: “Chiudiamo gli aeroporti come abbiamo chiuso i porti” Dimentica di aver proposto a sua volta di rinviare in Africa , con voli charter i migranti indesiderati. Al truce (che rima con d…”, manca solo il divieto di utilizzare termini di lingue straniere, di pubblicare libri di autori “sovversivi”, di tappare la bocca alla stampa libera, di eliminare sindacati e partiti, di chiedere alle donne italiane di consegnare allo Stato l’oro di fedi e gioielli per evitare il fallimento dell’Italia.
A proposito di giornali, il sorridente full time Di Maio intona il de profundis della carta stampa, sentenzia che il gruppo Espresso è sull’orlo del baratro e licenzia i giornalisti delle sue testate. Minaccia i giornali di privarli della pubblicità di enti statali. E’ l’esordio del sogno di mettere a tacere le voci del dissenso e si lancia in un paio di idiozie, smentite dai fatti. La prima: “Il gruppo Espresso (nessuno lo ha informato) non esiste più da due anni. La seconda: ora è l’articolato gruppo Gedi, leader in Italia dell’informazione e gode di ottima salute.
Verona, per chi ha confidenza con il calcio “vanta” il tifo dei suoi fan più biecamente razzista e xenofobo. Fischi e “buuu” ai giocatori di colore, cori contro Napoli. Il più lieve è “Vesuvio, pensaci tu”. Nessuna sorpresa se il consiglio comunale approva una mozione contro la legge 194 (aborto assistito). Il rispetto leghista per la Costituzione e le leggi dello Stato è uguale a zero, si sa. Lo conferma la mozione illegittima. Quel consiglio comunale non poteva votare la mozione contro legge 194. All’abuso ha partecipato anche la capogruppo del Pd Carla Padovani che ha votato a favore della mozione a titolo personale, senza consultare i colleghi di partito. Ma chi è la Padovani? Una ex Margherita, cioè un’ex Dc approdata al partito democratico. E tutto torna. Il viale del tramonto i dem lo hanno imboccato anche per aver aperto le porte a soggetti lontani anni luce dalla sinistra. Vero Renzi, Bersani e compagni? Sul caso Verona: il punto non è come sostiene la destra, di offrire la libertà di scelta. Quella già c’è. La contestazione riguarda l’obiettivo sottinteso della mozione di scardinare la Legge 194, che riaprirebbe l’osceno capitolo degli aborti clandestini, delle mammane e dei “cucchiai d’oro”. Ovvio, da buona ex Dc, la signora Padovani ha dichiarato a difesa del suo ruolo “Non mi dimetto”. Amen
7 ottobre 2018