di Karim El Sadi
Il commento della sorella: “Il muro è stato abbattuto, lo Stato deve chiederci scusa”
Incredibile svolta nel nuovo processo per la morte del trentenne Stefano Cucchi. Uno degli imputati, il carabiniere Francesco Tedesco, ha confessato che il pestaggio ci fu. Non solo, ha chiamato in causa a processo anche i suoi colleghi dell’Arma dell’epoca, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro per omicidio preterintenzionale. A renderlo noto il pm Giovanni Musarò, il quale intervenuto in aula questa mattina, ha rivelato come lo scorso 20 giugno il carabiniere Tedesco abbia presentato in procura una denuncia contro ignoti sul giallo avvenuto la fatidica notte del 22 ottobre 2009. Nel corso dei mesi successivi alla consegna della denuncia, il carabiniere è stato sentito dai magistrati tre volte. Il pm Musarò ha aggiunto che in questi interrogatori Tedesco ha sostenuto di “aver redatto una notazione di servizio quando è venuto a conoscenza del decesso di Cucchi”, ma che tale notazione “è stata sottratta e il comandante di stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza”. A tal proposito, Musarò ha detto che è stato iscritto un procedimento contro ignoti nell’ambito del quale lo stesso Tedesco ha reso tre dichiarazioni. “In sintesi – spiega il magistrato – ha ricostruito i fatti di quella notte e chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto”, ha concluso il pm. Imputati nel processo bis, iniziato nel 2015 grazie alla tenacia dei famigliari della vittima e alle dichiarazioni del carabiniere Riccardo Casamassima che ha fatto riaprire il caso, sono 5 militari.
Rita Calore, mamma di Stefano Cucchi abbracciata al papà, Giovanni Cucchi, e la sorella Ilaria
Accusati di omicidio preterintenzionale sono Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco. Quest’ultimo risponde anche di falso nella compilazione del verbale di arresto di Cucchi e calunnia insieme al maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca dei fatti a capo della stazione Appia, dove venne eseguito l’arresto. Imputato è anche Vincenzo Nicolardi che deve difendersi dall’accusa di calunnia con gli altri due, nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che vennero accusati nel corso della prima inchiesta sul caso. Questa mattina l’avvocato di Tedesco, Eugenio Pini, intervenendo durante l’udienza ha dichiarato: “Oggi c’è stato uno snodo significativo per il processo, ma anche un riscatto per il mio assistito e per l’intera Arma dei Carabinieri”. “Gli atti dibattimentali e le ulteriori indagini – ha aggiunto Pini – individuano nel mio assistito il carabiniere che si è lanciato contro i colleghi per allontanarli da Stefano Cucchi, che lo ha soccorso e che lo ha poi difeso. Ma soprattutto è il carabiniere che ha denunciato la condotta al suo superiore ed anche alla Procura della Repubblica, scrivendo una annotazione di servizio che però non è mai giunta in Procura, e poi costretto al silenzio contro la sua volontà. Come detto, è anche un riscatto per l’Arma dei Carabinieri perché è stato un suo appartenente a intervenire in soccorso di Stefano Cucchi, a denunciare il fatto nell’immediatezza e ad aver fatto definitivamente luce nel processo“.
Indubbiamente con le dichiarazioni rese note questa mattina, crollano 9 anni di silenzi sulla morte del giovane geometra. Presente in aula anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano da sempre in prima linea nella ricerca della verità sulla morte del fratello, che su facebook ha scritto: “Processo Cucchi. Udienza odierna ore 11.21. Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi. Ci chieda scusa chi ci ha offesi in tutti questi anni. Ci chieda scusa chi in tutti questi anni ha affermato che Stefano è morto di suo, che era caduto. Ci chieda scusa chi ci ha denunciato. Sto leggendo con le lacrime agli occhi quello che hanno fatto a mio fratello. Non so dire altro. Chi ha fatto carriera politica offendendoci si deve vergognare. Lo Stato deve chiederci scusa – ha concluso -. Deve chiedere scusa alla famiglia Cucchi“.
11 Ottobre 2018
Foto © Ansa