Le forze dell’ordine hanno controllato striscioni e manifesti di chi stava andando a manifestare contro Salvini. Lo stesso trattamento non si è visto per i fascisti di Predappio
Decine di pullman si sono messi in marcia verso Roma questa mattina, portando centinaia di persone alla manifestazione contro il decreto sicurezza che si è svolta oggi nella Capitale. Ovviamente, chi è partito lo ha fatto portando con sè il solito armamentario di striscioni, slogan e bandiere, come è normale in qualunque manifestazione. Peccato, e questo normale non è in una democrazia, che la polizia abbia fermato e controllato tutti questi striscioni, per controllare che fossero idonei. A cosa, non è chiaro.
Forse che non ci fossero insulti contro Salvini. Sarebbe davvero il colmo, visto che Selene Ticchi e la sua maglietta Auschwitzland, insieme ai suoi degni compari fascisti, erano liberi di portarsi dietro simboli e frasi che come minimo meriterebbero una denuncia per apologia del fascismo. E invece la polizia proteggeva il loro diritto di manifestare democraticamente, a loro. A chi va a marciare contro il razzismo dilagante di questo governo toccano i controlli.
Una vergogna cui non si può restare indifferenti e infatti Liberi e Uguali ha già rilasciato una dichiarazione: “Aspettiamo che Salvini chiarisca sui controlli ai bus manifestanti corteo antirazzista. Una vergogna”.
“Immagino” dichiara Nicola Fratoianni, “che l’8 dicembre i pullman che porteranno a Roma i militanti leghisti subiranno il medesimo trattamento con il controllo certosino di striscioni, magliette, documenti con i bus bloccati in campagna alle porte della Capitale, come sta avvenendo ai pullman della manifestazione antirazzista di pggi.
Forse è ora che il ministro dell’Interno chiarisca cosa sta succedendo. E lo dovrá fare comunque in Parlamento”
10 novembre 2018