Numerose le “criticità” identificate dall’organo di autogoverno della magistratura, dall’ampliamento dei reati che possono far scattare la revoca della protezione internazionale al possibile aumento del contenzioso
Il Csm boccia il decreto Sicurezza, che presenta numerose “criticità” e non rispetta “obblighi” e “garanzie” previsti dalla Costituzione. Sono netti i “rilievi” che la sesta Commissione del Csm evidenzia nel parere, approvato oggi all’unanimità e che sarà votato dal plenum mercoledì prossimo, sul dl Sicurezza voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sui trattenimenti, “il legislatore – si legge nel parere – non individua i parametri in base ai quali il questore può decidere di trattenere o meno lo straniero, in tal modo accordandogli una discrezionalità svincolata da qualsiasi tipizzazione dei presupposti di esercizio come tale non conforme al grado di garanzie richieste dall’articolo 13 della Costituzione”. E ancora: nel documento che sarà vagliato dal plenum si osserva che “l’ampliamento della categoria dei reati-presupposto del diniego o revoca della protezione internazionale appare per talune fattispecie non pienamente rispettoso degli obblighi costituzionali derivanti dagli articoli 10 e 117 della Costituzione”.
16 novembre 2018