Stretto di Kerch: marinai ucraini arrestati saranno perseguiti penalmenteI militari ucraini delle tre navi ucraine che hanno violato il confine russo nello stretto di Kerch sono stati arrestati e saranno perseguiti penalmente per aver violato il confine di stato, ha detto il capo della Crimea, Sergey Aksenov, a Russia 24. In precedenza il FSB ha riferito che dopo l’incidente è stato avviato un procedimento penale ai sensi della 3 parte dell’articolo 322 del codice penale della Federazione russa (attraversamento illegale del confine di stato). Il commissario per i diritti umani in Crimea, Lyudmila Lubina, ha osservato che gli equipaggi saranno sottoposti ad un tribunale che sceglierà una misura di detenzione. “In realtà, i marinai ucraini non sono in pericolo ora, tranne per la responsabilità penale, dovuta, secondo la nostra legge, alla violazione del confine di stato. Sì, saranno ritenuti responsabili secondo la legge. Stanno lavorando con loro.Tre sono feriti, nessuno è in condizioni critiche”, ha detto Aksenov. Tre navi della marina ucraina hanno violato il confine russo senza rispondere alle richieste legali delle navi da guerra russe di fermarsi immediatamente. Le navi ucraine hanno eseguito manovre pericolose e sono state sequestrate e i loro equipaggi arrestati. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha definito l’incidente “una provocazione molto pericolosa che richiede un’indagine seria”. Sullo sfondo dell’incidente con la violazione del confine russo da parte delle navi ucraine, il Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell’Ucraina ha deciso di imporre la legge marziale nel paese per 60 giorni. Poroshenko ha già firmato un decreto sulla decisione del Consiglio di sicurezza nazionale di imporre la legge marziale. La decisione deve ancora essere approvata dal parlamento ucraino nella riunione di lunedì. 26.11.2018 |
La Russia impedisce alla marina ucraina la militarizzazione del Mare di Azov – AggiornatoMOON OF ALABAMA Il governo ucraino dell’oligarca Petro Poroshenko è in modalità campagna elettorale. Questo è uno dei motivi per cui sta lanciando nuove provocazioni alla Russia. Ieri, le forze ucraine avrebbero occupato un villaggio nella zona smilitarizzata che divide il territorio sotto controllo governativo da quello occupato dai ribelli di Donetsk. Oggi [25/11 ndt] la marina ucraina ha inviato un rimorchiatore e due piccole cannoniere, Mentre questi battelli entravano nelle acque territoriali russe senza aver preannunciato le loro intenzioni, una nave della Guardia Costiera russa speronava e danneggiava il rimorchiatore (video). Le due cannoniere riuscivano a fuggire ma non ad attraversare lo stretto. Le foto mostrano alcune fasi della mischia.
Da quando la Crimea è ritornata a far parte della Russia, lo Stretto di Kerch è completamente in acque territoriali russe. Il Trattato sullo Stato Legale del Mare di Azov e dello Stretto di Kerch, siglato nel 2003 da Russia e Ucraina, consente l’ingresso di navi [nel Mare di Azov] solo se esiste un accordo fra le due parti. L’Ucraina attualmente contesta per vie legali lo status attuale di questo mare. (Per una discussione più approfondita del problema, vedere qui 1, 2, 3). Il governo ucraino, spinto dagli Stati Uniti, vorrebbe stabilire una nuova base militare navale nel Mare di Azov. Due navi della sua flotta, un battello di soccorso e un rimorchiatore avevano attraversato lo stretto il 23 settembre. Ad ottobre, il governo russo aveva reso noto che non avrebbe tollerato nessuna ulteriore militarizzazione di questo mare. Qualche falco americano vorrebbe far entrare anche le navi della NATO nel Mare di Azov. Questo specchio d’acqua ha una profondità massima di 7 metri. Una tipica fregata degli Stati Uniti pesca 10 o più metri. Che razza di nave USA o NATO potrebbe mai entrarvi? Dal momento poi che i Russi controllano saldamente l’unica via d’accesso a questo mare e possono facilmente attaccare dalle proprie coste qualunque naviglio ivi presente, è evidente che l’idea è incredibilmente stupida. Lo Stretto di Kerch è attualmente bloccato da una grossa nave da carico che i Russi hanno ancorato sotto l’arcata principale nel nuovo ponte di Kerch.
La provocazione ucraina potrebbe benissimo essere stata attuata per guastare l’incontro fra il Presidente Trump e Putin programmato per il 30 novembre al summit del G20 in Argentina. [L’Ucraina] dovrebbe essere più cauta. E’ anche possibile che, in caso di ulteriori incidenti, la Russia blocchi il traffico commerciale diretto al porto ucraino di Mariupol. I grandi perdenti di questa inutile provocazione sarebbero, ancora una volta, gli Ucraini. Aggiornamento del 26 novembre, 6:00 UTC La Guardia Costiera russa ha trattenuto in acque territoriali russe i tre battelli e i loro equipaggi. Avevano tentato di passare illegalmente dal Mar Nero al mare di Azov attraverso lo Stretto di Kerch. Gli Ucraini affermano che due dei loro marinai sono stati feriti. Da quando la Crimea ha votato per tornare a far parte della Federazione Russa, lo Stretto di Kerch è interamente in acque territoriali russe. Le navi possono passare lo stretto ma devono prendere a bordo un pilota [russo] e sottostare alle ispezioni eventualmente decise dalla Guardia Costiera russa. Gli Ucraini comprendono il valore legale di queste misure. In un servizio pubblicato ad agosto dall’organo di informazione del governo americano RFE/RE gli Ucraini lo avevano ammesso apertamente. [La Guardia del Mare ucraina e portavoce dello squadrone] Poliakov aveva detto che, anche se le azioni dei Russi sono “provocatorie,” in virtù del controverso accordo di cooperazione e di condivisione del mare di Azov e dello Stretto di Kerch del 2003, “tutto quello che la Russia sta facendo qui, tecnicamente è legale.”Le tre navi ucraine avevano cercato di attraversare le acque territoriali russe senza informare le autorità russe e senza prendere a bordo i piloti. Dopo che la Russia aveva terminato la costruzione del ponte di Kerch, del valore di 3,7 miliardi di dollari, che collega la Crimea alla Russia, qualche commentatore americano e alcuni politici ucraini avevano minacciato di farlo saltare. “Il ponte di Kerch è una infrastruttura nemica. Collega un territorio occupato con la terraferma dello stato aggressore, ecco perchè è una infrastruttura nemica,” aveva detto Mosychuck in diretta sul canale 112 della TV ucraina. Secondo lui, “ogni nazione normale” che si trovi in stato di guerra cerca di distruggere le infrastrutture del nemico. Rispondendo alla domenda se lui, personalmente, avrebbe distrutto il ponte, aveva risposto che lo avrebbe fatto se fosse stato Ministro della Difesa. I Russi sono ovviamente molto attenti a tutto il traffico che passa nelle sue vicinanze. In seguito all’incidente di ieri, il Presidente ucraino Petro Poroshenko ha proposto di dichiarare la legge marziale. L’ultima decisione spetterà al parlamento. Questa è una mossa molto conveniente per Poroshenko, dal momento che gli permetterebbe di posticipare le elezioni di marzo 2019. Poroshenko arranca nei sondaggi con un 8% di preferenze. La Russia ha richiesto una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che si terrà alle 11:00 EST [le 17:00 in Europa]. Attualmente, il passaggio attraverso lo Stretto di Kerch è riaperto alle navi civili. I soliti personaggi anti-Russi nei circoli politici “occidentali” hanno usato l’incidente per chiedere ancora più sanzioni contro la Russia. In prima linea vi è l’industria degli armamenti, con il gruppo di pressione dell’Atlantic Council: Anders Åslund, un membro permanente del Centro Eurasia dell’Atlantic Council ha detto: “La NATO e gli Stati Uniti dovrebbero inviare mezzi navali nel Mare di Azov, per garantire che rimanga aperto alla navigazione internazionale.” Un’azione del genere, aveva continuato Åslund “sarebbe pienamente in accordo con la Convenzione sulla Legge del Mare delle Nazioni Unite del 1982 e con la Convenzione di Montreux del 1936 riguardante gli stretti.” Anders Åslund è un membro riconosciuto del “gruppo di contatto americano-canadese” per le operazioni segrete di manipolazione mediatica del Ministero degli Esteri inglese di cui parlavamo due giorni fa. E’ ovviamente incapace di leggere una mappa, una carta marittima o una convenzione della Nazioni Unite. Il tentativo degli Ucraini di attraversare lo Stretto di Kerch senza il consenso dei Russi è un’infrazione agli articoli 17, 19 e 21 della Convenzione sulla Legge del Mare delle Nazioni Unite (pdf): Articolo 17: “Alle condizioni della presente Convenzione, le navi di tutti gli Stati, costieri o privi di litorale, godono del diritto di passaggio inoffensivo attraverso il mare territoriale.” Articolo 19-1: “Il passaggio è inoffensivo fintanto che non arreca pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero. Tale passaggio deve essere eseguito conformemente alla presente Convenzione e alle altre norme del diritto internazionale.” Articolo 21-4: “Le navi straniere che esercitano il diritto di passaggio inoffensivo nel mare territoriale si atterranno a tali leggi e regolamenti e a tutte le norme internazionali generalmente accettate relative alla prevenzione delle collisioni in mare.” Ora ci sarà nuovamente sui media un sacco di rumore sulle ‘nefandezze dei Russi’ e ulteriori richieste di inutili sanzioni. Ma il caso legale è chiaro. E’ stata la marina ucraina che ha volontariamente tentato di passare dal Mar Nero al Mare di Azov in acque territoriali russe, senza rispettare le leggi e le normative in vigore fra gli stati costieri. La Russia aveva tutti i diritti di impedire il passaggio e di sequestrare i battelli ucraini. Moon Of Alabama Fonte: moonofalabama.org 26.11.2018 Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org |
Mosca sequestra 3 navi militari ucraine. Proteste a Kiev, bruciata auto dell’ambasciata russaIl governo di Kiev ha allertato le sue forze armate. Il presidente Poroshenko ha firmato l’introduzione della legge marziale, che dovrà essere ratificata dal Parlamento. Oggi riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza Onu. Usa: da Mosca “azioni fuorilegge”
Tensione alle stelle tra Mosca e Kiev, dopo il sequestro di tre navi militari ucraine tra il Mar Nero e il Mare di Azov, davanti alle coste della Crimea. A Kiev ci sono state proteste nella notte dinanzi all’ambasciata russa: circa 150 persone si sono radunate dinanzi alla legazione ed hanno espresso la loro rabbia per il sequestro. I manifestanti hanno anche dato alle fiamme un’auto della sede diplomatica. Mosca ha chiuso ieri lo Stretto di Kerch, unico collegamento marittimo con il mare di Azov, dopo un’incursione della Marina ucraina che Mosca ha definito “una provocazione”: tre navi ucraine, dirette dal Mar Nero verso lo Stretto, non hanno chiesto il permesso di transito per dirigersi al porto di Mariupol, un gesto che le autorità russe considerano un affronto in grado di provocare “un conflitto regionale”. Kiev ha da parte sua accusato la Russia di aver aperto il fuoco, ferendo tre marinai, e di aver sequestrato le tre navi della flotta navale ucraina. Mosca ha confermato il sequestro delle tre navi. Kiev mette in allerta il suo esercito Il governo di Kiev ha allertato le sue forze armate. Lo ha reso noto il ministero della Difesa. Poroshenko chiede di applicare la legge marziale Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha chiesto l’imposizione della legge marziale nel paese aggiungendo che non avrebbe influenzato la situazione nel Donbass e non avrebbe significato per Kiev l’avvio di un’operazione offensiva. Poroshenko ha firmato il decreto con cui si introduce la legge marziale in Ucraina per 60 giorni, fino cioè al 25 gennaio 2019. Il controllo sull’attuazione della legge marziale è affidato al segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina, Oleksandr Turchynov. Il presidente, inoltre, ha presentato alla Verkhovna Rada, il Parlamento monocamerale ucraino, un corrispettivo disegno di legge che dovrà essere esaminato entro i prossimi due giorni ed eventualmente approvato. Il testo deve contenere la giustificazione per l’imposizione della legge marziale, le zone precise del Paese in cui verrà introdotta la misura, un elenco dei diritti e libertà costituzionali che verranno temporaneamente limitate e una lista dei compiti assegnati al comando militare e alle amministrazioni locali. Mosca: “Violato il confine russo” Le tre imbarcazioni militari ucraine che hanno violato il confine russo e sono state fermate nel Mar Nero verranno consegnate al Porto di Kerch. Ad annunciarlo, confermando lo scontro che si è consumato tra il Mar Nero e il Mare di Azov, in corrispondenza dello Stretto di Kerch, è stato Anton Lozovoy, ufficiale della Direzione per la Crimea del servizio di intelligence di Mosca FSB, erede del Kgb. “Tutte e tre le navi sono state messe in stato di arresto e vengono consegnate ora al porto di Kerch”. Stando a Lozovoy, i tre militari ucraini rimasti feriti in modo non grave sono stati medicati. Confermando il fermo e il sequestro delle navi ucraine nonché il ricorso alla forza delle armi, l’agenzia russa ha ricostruito come segue – riporta la Tass – quanto avvenuto: “Le imbarcazioni ucraine Berdyansk, Nikopol e Yany Kapu, che hanno violato il confine russo questa mattina, hanno fatto un altro tentativo di svolgere attività illegali in acque territoriali russe alle 19 ora di Mosca del 25 novembre”. Russia: stroncheremo attacchi a nostra sovranità “Vorremmo avvisare la parte ucraina che la linea seguita da Kiev in coordinamento con gli Usa e l’Ue per provocare un conflitto con la Russia nel Mare di Azov e nel Mar Nero è pregna di gravi conseguenze. La Russia porrà duramente fine a qualunque attacco alla sua sovranità e sicurezza”. E’ quanto si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo sull’incidente di ieri tra le forze navali russe e ucraine a largo della Crimea, la penisola che la Russia si è annessa nel 2014 con l’intervento di uomini armati e senza insegne di riconoscimento. Mosca riapre lo stretto di Kerch La Russia ha poi riaperto lo stretto di Kerch che collega il Mar Nero e il Mar d’Azov, per abbassare la tensione dopo l’escalation innescata dal sequestro delle tre navi ucraine. Lo stretto è stato riaperto stamane”, ha detto Alexei Volkov, amministratore delegato della società Porti Marittimi Crimei. Mosca è stata pesantemente criticata dall’Ue che aveva esortato la Russia a ripristinare la libertà del traffico marittimo nella zona. Convocata riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza Onu Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà in sessione di emergenza oggi per discutere del sequestro delle tre navi militari ucraine nel Mar Nero, al largo della Crimea, da parte della Russia. A darne notizia è stato l’ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Nikki Haley. L’Ue condanna l’uso della forza da parte di Mosca Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha condannato il blocco da parte della Russia di tre navi ucraine nello Stretto di Kerch. “Condanno l’uso della forza russo nel Mare di Azov. Le autorità russe devono restituire i marinai e le navi ucraine e astenersi da ulteriori provocazioni”, ha dichiarato Tusk dopo un colloquio telefonico con il presidente ucraino Petro Poroshenko. “L’Europa resta unita a sostegno dell’Ucraina”, ha aggiunto. Usa: da Mosca “azioni fuorilegge” Gli Stati Uniti hanno avvertito la Russia che “azioni fuorilegge” come il sequestro di navi ucraine nel Mar di Azov stanno impedendo lo sviluppo di relazioni normali tra Washington e Mosca. L’ambasciatore statunitense all’Onu Nikki Haley ha dichiarato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che “gli Stati Uniti gradirebbero un normale rapporto con la Russia, ma azioni fuorilegge come questa continuano a rendere ciò impossibile”. Dal segretario Nato pieno sostegno a Kiev Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha espresso oggi al presidente ucraino, Petro Poroshenko, “pieno sostegno” alla difesa dell’integrità e della sovranità territoriale del Paese, anche per quanto riguarda “il diritto di navigazione nelle sue acque territoriali”. Lo si legge in una nota della Nato. Per oggi pomeriggio è stata convocata la commissione Nato-Ucraina a livello di ambasciatori per fare il punto sulla situazione dopo quanto accaduto nel Mar d’Azov. Il sequestro delle navi ucraine Il sequestro delle tre navi al largo della penisola della Crimea era stato denunciato ieri dalla Marina ucraina, che poco prima aveva accusato Mosca di aver fatto fuoco su navi ucraine nello stretto di Kerch, porta d’accesso al mare di Azov che separa la Crimea dalla Russia. Le navi russe “hanno aperto il fuoco su un gruppo di navi della marina ucraina” e “due marinai sono rimasti feriti”. ha spiegato che si tratta di due piccole navi da guerra e un rimorchiatore che stavano attraversando lo stretto dirette verso il porto di Mariupol, città a lungo fronte caldo del conflitto tra Kiev e i separatisti vicini a Mosca. Mosca afferma che tre navi ucraine avevano attraversato senza autorizzazione acque russe, ma Kiev replica che Mosca era stata informata in anticipo del passaggio.
26 novembre 2018
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Russia-Ucraina, tensione nello Stretto di Kerch: Mosca sequestra tre navi VIDEO. Proteste a Kiev
KERCH – La Russia ha confermato di aver sequestrato tre navi ucraine nello stretto di Kerch che collega il Mar Nero e il Mar d’Azov. Il servizio di sicurezza Fsb ha confermato l’”uso di armi per fermare le navi militari ucraine” che, come mostra il video in fondo all’articolo, domenica 25 novembre sono state “perquisite” e fermate. L’Ucraina, oltre a confermare l’uso di armi da fuoco, ha parlato di “pericolosa provocazione” e sostiene che le unità russe avrebbero speronato intenzionalmente il rimorchiatore che trainava due cannoniere ucraine verso Mariupol. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha riunito i vertici militari ed ha ipotizzato l’introduzione della legge marziale: “Verrà introdotta la legge marziale per rafforzare le capacità di difesa dell’Ucraina davanti a quello che secondo il diritto internazionale, è un atto di aggressione a freddo da parte della Federazione Russa”, ha detto Poroshenko. A Kiev intanto, nella notte ci sono state proteste dinanzi all’ambasciata russa: circa 150 persone si sono radunate dinanzi alla legazione ed hanno espresso la loro rabbia per il sequestro. I manifestanti hanno anche dato alle fiamme un’auto della sede diplomatica. La Nato ha lanciato un appello a Mosca e Kiev chiedendo “contegno”. Sempre la Nato ha convocato una riunione speciale degli ambasciatori, con gli Usa che hanno mandato un elicottero in ricognizione. E mentre da tutto l’Occidente è arrivata la condanna all’operazione, lunedì 26 novembre Mosca ha deciso di riaprire lo stretto di Kerch precedentemente chiuso. Il che, secondo le intenzioni del Cremlino, dovrebbe abbassare la tensione dopo l’escalation innescata dal sequestro delle tre navi ucraine. “Lo stretto è stato riaperto stamane”, ha detto Alexei Volkov, amministratore delegato della società Porti Marittimi Crimei. La Russia aveva deciso di chiuderlo dopo aver accusato la Marina ucraina di aver violato le sue acque territoriali, ed era stata pesantemente criticata anche dall’Ue che aveva esortato Mosca a ripristinare la libertà del traffico marittimo in zona. L’importanza dello Stretto di Kerch. Le tensioni tra Russia e Ucraina nello Stretto di Kerch sono esplose in un punto strategico della regione non solo per i due Paesi vicini, ai ferri corti dal 2014, ma anche per il mercato globale. Lo Stretto è l’unico passaggio dal Mar Nero al Mare di Azov; è percorso da un ponte di quasi 20 chilometri, inaugurato quest’anno e voluto personalmente da Vladimir Putin, che unisce fisicamente la Russia alla Crimea, la penisola ucraina annessa dalla Federazione con un referendum mai riconosciuto dalla comunità internazionale. Nel Mare di Azov, sia i russi che gli ucraini potrebbero navigare liberamente, in base a un trattato del 2003, che stabilisce per quella zona lo status di acque internazionali. Infrastruttura dai costi e sforzi faraonici, il ponte è considerato un obiettivo sensibile da Mosca, che di fatto ora controlla lo Stretto, tra le preoccupazioni e denunce di Kiev secondo cui la avveniristica infrastruttura viene usata per ritardare il passaggio delle sue imbarcazioni, creando danno all’economia nazionale ed esercitando pressione politica. Sulle rive del Mare di Azov si affacciano anche importanti porti ucraini, tra cui Mariupol: si tratta della città controllata dal governo più vicina alle regioni separatiste e filo-russe di Donetsk e Lungask. Su Mariupol non si sono mai sopite le mire dei vicini separatisti filo-russi dell’autoproclamata repubblica di Donetsk. Oltre 10 mila persone sono state uccise in quattro anni di conflitto tra le forze governative e le milizie ribelli, in questa zona dell’Ucraina orientale. Conquistare Mariupol, per i separatisti significherebbe garantirsi la continuità territoriale con la Crimea e soprattutto con la Russia, considerata da Kiev il loro sponsor finanziario e militare. Ma lo Stretto di Kerch è anche un crocevia importante per il commercio globale di commodity, come il grano. Si tratta del canale principale di export per il grano del Mar Nero, ma anche per petrolio, minerali e legname (secondo un rapporto del 2017 del centro studi britannico Chatham House). La Russia ha esportato quasi 7 milioni di tonnellate metriche di grano e legumi dai porti del Mare di Azov, nei primi sette mesi dell’anno, secondo i dati del dipartimento dell’Agricoltura Usa. Le sue acque poco profonde, sono usate principalmente da piccole imbarcazioni per rifornire la Turchia di grano russo e ucraino dai porti rispettivamente di Rostov-sul-Don e Azov e da quelli di Berdyansk e Mariupol. Questi ultimi due, coprono circa il 9% del totale delle esportazioni dell’Ucraina. 26 novembre 2018 |