La manifestazione a Verona in difesa della legge 194, il 13 ottobre 2018. (Aleandro Biagianti, Agf)
Questo articolo nasce dal lavoro comune di un gruppo di giornali europei, Europe’s far right research network, in vista delle elezioni europee 2019. Ne fanno parte, oltre a Internazionale, Falter (Austria), Gazeta Wyborcza (Polonia), Hvg (Ungheria), Libeŕation (Francia) e Die Tageszeitung (Germania).
Romeo e Giulietta probabilmente non sono mai esistiti, ma ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo arrivano a Verona, la città in cui è ambientato il dramma di William Shakespeare, per visitare la casa di Giulietta e la sua tomba, lasciare un bigliettino d’amore nel cortile dell’edificio medievale o toccare la statua che raffigura la protagonista di una delle storie d’amore più tragiche della letteratura mondiale.
Ma nel corso dell’ultimo anno Giulietta non è stato l’unico personaggio letterario femminile a essere evocato lungo le strade della città e all’interno degli antichi palazzi; spesso si sono viste anche le protagoniste del Racconto dell’ancella, il romanzo della scrittrice canadese Margaret Atwood, da cui sono stati tratti anche un film e una serie televisiva.
Il 4 ottobre, mentre il consiglio comunale della città approvava una mozione contro l’aborto presentata dal consigliere leghista Alberto Zelger, alcune attiviste del movimento femminista Non una di meno seguivano in silenzio la seduta indossando i mantelli rossi e le cuffie bianche proprio come le ancelle del romanzo distopico di Atwood, diventato in tutto il mondo il simbolo della lotta delle donne contro la strumentalizzazione dei loro corpi e i tentativi di limitare la loro autodeterminazione.