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1 Comment
Ci scrive, il 6 mar 2019 alle ore 21:00, Marco V.
Buonasera,
il “pentito” di mafia Francesco Di Carlo ha fornito una versione alternativa e probabilmente più credibile di ciò che è successo all’Addaura: l’intenzione dei mandanti “occulti” non sarebbe stata quella di uccidere Falcone, bensì di denigrarlo e screditarlo presentandolo come l’artefice di tutta la messinscena finalizzata a rilanciare la sua figura. Bisogna ammettere che il boss è convincente perché l’operazione Addaura faceva il paio con le lettere del misterioso Corvo – probabilmente una persona addentro al Palazzo di Giustizia di Palermo vicino alle cosche e a frange dei servizi segreti -. Effettivamente se obiettivo era quello di “sporcare” l’immagine di integerrimo giudice antimafia di Giovanni Falcone, gli oscuri manovratori colgono nel segno perché da quel momento in poi l’astro del magistrato comincia a perdere la sua luce. Lo stesso Falcone si lasciò scappare (?) parole pesanti e allusive parlando di “menti raffinatissime”, segno che aveva ben colto la ratio del progetto criminale e che aveva una cognizione precisa circa l’identità degli autori e rispetto al ruolo secondario degli “uomini d’onore”
Insomma una raffinata operazione di “guerra psicologica” che non poteva essere stata concepita da menti astute e feroci ma rozze come quelle dei mafiosi corleonesi. I quali si stavano limitando a prestare manodopera e assistenza…
Ma se i servizi si erano agitati in questa maniera chiedendo anche aiuto ai picciotti, significa che esistevano precisi interessi estranei a Cosa Nostra a colpire Falcone.
Prima solo con la calunnia e la manipolazione, per poi passare alle vie di fatto…
Chi dirigeva quei servizi ? E perché erano interessati a distruggere Falcone ?
A presto
Marco V