di Danilo Tosarelli
In data 14 ottobre 2013 si è svolta presso la sede RSU di via Borsieri, un’assemblea della Polizia Locale di Milano promossa dai delegati di USB.
E’ stata molto partecipata ed ha trattato la questione dello SCIOPERO GENERALE del 18 ottobre a Roma oltre alle varie specificità del nostro lavoro.
Vi propongo la mia relazione introduttiva a cui sono seguiti vari interventi di delegati e lavoratori.
Danilo
Introduzione:
Innanzittutto voglio ringraziare gli altri delegati, che con me hanno promosso questa assemblea, per avermi concesso l’onore di introdurla.
Voglio iniziare da uno dei motivi forti dello sciopero del 18 ottobre che è stato indetto da USB ed altre sigle extraconfederali.
Per noi dipendenti pubblici il salario è fermo dal 2009.
Da un calcolo fatto, il blocco dei contratti dal 2009 al 2014, produrrà una perdita individuale di retribuzione tabellare di circa 9 mila euro.
Il Consiglio dei Ministri del governo Letta, ha già deciso il 2 agosto scorso, che il blocco dei contratti e delle retribuzioni dei dipendenti pubblici durerà fino al dicembre 2014.
Ciò significa, perchè queste sono previsioni realistiche, che si arriverà al 2017 con un adeguamento salariale della sola vacanza contrattuale.
Per chi non si fosse soffermato, si tratta di 13,69 euro lordi al mese.
E nel frattempo, quanto è aumentato e quanto aumenterà il costo della vita?
Ci tengo a ricordare, che questa situazione riguarda 3 milioni di lavoratori pubblici che sentono un gran bisogno di sentirsi vicini e solidali.
Di sentirsi vicini e solidali anche ai lavoratori privati, perchè va sempre peggio anche per loro.
Stanno peggiorando le condizioni di vita della stragrande maggioranza degli italiani.
Quando si va a fare la spesa, il carrello è sempre meno pieno, eppure il conto finale non cambia.
I salari non aumentano, ma in compenso aumenta sempre più il costo dei servizi.
L’attacco allo Stato Sociale ed i tagli alla Sanità stanno costringendo migliaia di persone a non curarsi più.
Anche il diritto alla salute è diventato un lusso.
Presso le mense pubbliche e quelle di frati e Caritas, vediamo file sempre più lunghe.
Se prima vi erano soprattutto cittadini extracomunitari e clochard, adesso si aggiungono pensionati e disoccupati italiani.
Spesso intere famiglie.
Anche il diritto all’istruzione sta diventando un lusso.
Il Governo taglia i finanziamenti alla scuola pubblica ( riducendo il corpo docente ed ausiliario e formando classi sempre più numerose con grave danno nella qualità dell’insegnamento) e le famiglie devono compensare a proprie spese.
Vi porto il mio esempio che è però lo specchio per ogni famiglia.
Mio figlio si è iscritto quest’anno alla prima superiore di un Istituto Tecnico Statale.
Il sottoscritto ha dovuto sborsare 150 euro come “contributo spese scolastiche”
Ogni alunno iscritto ha questo obbligo.
Da una stima fatta a livello nazionale, questi contributi obbligatori rendono circa 1 miliardo di euro.
A questo miliardo, vanno aggiunti altri 3 o 4 miliardi che i genitori raccolgono nelle feste di fine anno con tombole, lotterie e ristorazione varia.
Senza questi contributi delle famiglie ( che spesso garantiscono anche la manutenzione delle aule, sempre a titolo gratuito) probabilmente la scuola pubblica in Italia non esisterebbe più.
In questa ns Italia, ormai 1 giovane su 2 sotto i 24 anni è disoccupato ed il 12% della popolazione adulta non ha un lavoro.
Stiamo parlando di 3,5 milioni di persone alle quali si sceglie di non offrire occupazione.
Le proposte esistono, sono molto concrete, ma quando si tratta di ledere alcuni interessi… ecco che è meglio parlare di crisi.
Crisi che viene alimentata da scelte irresponsabili.
La prima fra tutte, quella che grida vendetta.
Come si fa a far posto ai nostri figli se noi padri e madri andremo in pensione a 70 anni?
Spero che fra voi tutti vi sia la consapevolezza che questa crisi non è per tutti.
Ancora qualche cifra che sarà bene stamparci in testa.
Il 10% della popolazione italiana, possiede il 50% delle ricchezze private del Paese.
Messi insieme, questi Italiani ricchi possiedono 9 mila miliardi di euro.
E 9 mila miliardi di euro, sono pari a 5 volte il nostro attuale debito pubblico
Ma ancora…
I nostri ricchi sono i più ricchi d’Europa e dall’altra parte ci sono 9 milioni di Italiani che vivono una situazione di povertà relativa.
Altri 5 milioni di Italiani vivono invece in condizioni di povertà assoluta.
Eppure, prendere in considerazione la possibilità di fare una PATRIMONIALE sui beni mobili ed immobili, trova in Italia un coro di NO.
E’ come bestemmiare!!
E invece, se solo prendessimo ad esempio la Francia, la Svizzera, la Norvegia, la Spagna che l’hanno introdotta di recente proprio per fare fronte alla crisi…
Nelle casse dello Stato Italiano potrebbero entrare 20 miliardi di euro all’anno.
Tengo a precisare che tutto ciò non appartiene a miei desideri di fantasia, ma è una proposta assai concreta e praticabile.
E da chi arriva? Da un certo signor Pietro Modiano.
Vi chiederete chi è costui.
Pietro Modiano è un banchiere, ex Direttore Generale di Intesa S. Paolo.
E’ anche lui un super ricco, quindi parla con cognizione di causa e forse anche contro i suoi interessi…
Eppure la sua proposta (che probabilmente non costerebbe più di tanto a questi super ricchi) è caduta nel vuoto.
Lasciatemi dire, perchè questa cosa mi va di traverso e voglio denunciarla con grande rabbia, che posso capire il NO di Berlusconi ed Alfano.
Posso capire il NO di Casini e dei tanti lacchè, ma non posso giustificare il NO del Partito Democratico.
La ritengo una scelta di una gravità inaudita e per questo particolarmente colpevole.
Lasciatemi dire, che lo SCIOPERO GENERALE che USB ed altre sigle extraconfederali hanno indetto per il 18 ottobre, è più che mai necessario.
In questo silenzio generale, avallato da CGIL, CISL e UIL che minacciano, ma poi non sono conseguenti, noi lanceremo un segnale forte al Paese.
Un segnale forte di opposizione alle scelte di questo governo Letta Alfano, che certamente non sta dalla nostra parte e non tutela i nostri diritti.
Sfido chiunque di voi a dimostrarmi il contrario…
Noi di USB siamo più che mai consapevoli che fare sciopero è sempre un grande sacrificio, perchè costa molto.
Lo è per chi decide di non aderire, ma lo è anche per chi decide di scioperare nell’interesse di tutti noi.
E allora? Cosa dovrebbe scegliere ognuno di noi?
Qualcuno qua dentro è convinto, che senza la protesta e la lotta sia possibile migliorare le nostre condizioni di vita?
Credete forse, che qualcuno voglia regalarci diritti se non saremo in tanti a pretenderli?
E qui arrivo a noi, alla POLIZIA LOCALE di Milano.
Anche da noi, che non siamo un’isola felice, iniziano a fare gli STRAORDINARI anche colleghi che fino a ieri non se lo sarebbero mai sognato.
Segno evidente di un impoverimento e di difficoltà che aumentano sempre più anche nelle nostre fila.
In questi mesi abbiamo avuto la fortuna di poter fare molti straordinari (situazione favorevole legata anche ad un organico insufficiente), ma non dobbiamo dimenticare una cosa importantissima.
Che gli straordinari oggi ci sono, ma domani potrebbero essere tagliati ( è quello che sta succedendo adesso), mentre il rinnovo contrattuale ce l’hai per sempre.
E farà crescere anche il valore della tua pensione.
Su questo, oltre gli entusiasmi del momento, sarà bene riflettere sempre e tenere alta la guardia.
E’ anche per questi motivi che ha un senso lo sciopero!!
In POLIZIA LOCALE abbiamo molte questioni irrisolte che attendono da tempo delle risposte.
Avranno modo altri delegati che hanno promosso questa assemblea, di approfondire alcuni temi.
Io mi limito a sottolineare l’urgenza di affrontare la questione SICUREZZA.
Per noi è il pane quotidiano.
Stiamo ancora attendendo il tavolo che il Sindaco Pisapia ci promise subito dopo la tragica morte del collega SAVARINO.
Personalmente, la ritengo una sottovalutazione colpevole che non può essere trascurata.
Anche perchè, quando si parla di sicurezza non si può non parlare dei servizi che ci vengono assegnati.
Non si può non parlare dei tanti servizi (vedi Colonne di San Lorenzo ed altro) durante i quali svolgiamo compiti di ORDINE PUBBLICO.
Tutto questo NON VA BENE.
Sarà poi necessario fare un bilancio sulla questione VIGILI di QUARTIERE.
Un’esperienza che è stata molto pompata da questa Amministrazione, ma certamente sono state spese più parole che realizzati fatti.
Sulla carta, un servizio che avrebbe dovuto facilitare l’incontro e la soluzione dei problemi del cittadino, ma che nei fatti non funziona.
Il cittadino segnala, il vigile di quartiere inoltra la richiesta di intervento agli Enti preposti, ma poi spesso,troppo spesso, il problema non viene risolto.
E se il problema non viene risolto, chi ci perde la faccia e la credibilità è il collega.
Urge attivare e rendere funzionanti le sinergie con gli altri Enti, come urge far funzionare meglio gli strumenti informatici messi a disposizione.
Questo per quanto riguarda il rapporto con il cittadino, ma poi c’è l’aspetto che riguarda l’organizzazione di lavoro interna.
Vanno ridefiniti i compiti e le mansioni del Vigile di Quartiere,perchè così com’è presenta grossi difetti.
La distribuzione dei carichi di lavoro va assolutamente rivista.
Ma credo anche, vadano rivisti i criteri e trovate soluzioni sia in merito alla MOBILITA’ INTERNA, sia in merito alla spinosa questione dei SERVIZI CONDIZIONATI.
Servizi condizionati che iniziano ad essere davvero tanti e che condizionano fortemente l’attuale organizzazione del lavoro.
Ho concluso. Vi ringrazio per l’attenzione.
Spazio adesso agli altri colleghi ed al dibattito…