Nella foto a sinistra il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir, a destra quello eritreo Isaias Afwerki
Il governo eritreo, con un comunicato ufficiale, ha accusato ieri Sudan, Turchia e Qatar di finanziare gruppi di opposizione islamista, conosciuti come Lega musulmana eritrea (Eritrean muslim league), allo scopo di minare i buoni rapporti con l’Etiopia. In particolare ha accusato il Sudan di consentire loro l’uso del suo territorio, mentre Qatar li supporta economicamente.
Un’accusa simile era già stata lanciata un anno fa, nei confronti di un gruppo islamista guidato da Mohammed Jumma, accusato di preparare azioni armate contro il governo eritreo.
Le relazioni di Asmara con Khartoum sono tese da molti anni. Il primo contenzioso risale agli anni novanta dello scorso secolo, e fu appunto l’accusa di ospitare gruppi di opposizione armata di ispirazione islamica radicale e di consentire il reclutamento di miliziani nei campi dei profughi eritrei nel Sudan orientale. Ci fu poi l’appoggio all’Etiopia nella guerra di frontiera del 1998/2000.
Si dice che il Sudan abbia concesso il passaggio sul suo territorio all’esercito etiopico che occupò brevemente gran parte della regione del Gash Barka, distruggendo infrastrutture strategiche per il paese. L’ultimo scontro è del 2017, quando il Sudan chiuse per alcune settimane la frontiera con l’Eritrea e dispiegò l’esercito, per sospette operazioni d’addestramento militare dell’esercito egiziano, e forse di manovre congiunte. Fatti sempre negati dagli eritrei.
La pace con l’Etiopia non ha portato al disgelo con Khartoum, a cui il governo eritreo chiede spiegazioni proprio per la chiusura delle frontiere del 2017. (Sudan Tribune)
04 aprile 2019