Alfa di Arese, licenziati Innova: PROCESSO ad ANGELA DI MARZO per i DOSSIER ILLEGALI
Oggi il Tribunale di Milano ha accettato operai e Slai Cobas come parte civile.
Respinte tutte le eccezioni della difesa. Intanto ad Arese continua il presidio dei licenziati. Questa mattina, alla presenza di tutti i lavoratori licenziati, seconda udienza del processo contro Angela Di Marzo, responsabile di Innove Service, la società che per conto di ABP (AIG-Lincoln_FIAT) e di altri proprietari dell’area dell’Alfa a gennaio del 2009 ha assunto 70 operai ex Alfa Romeo al solo scopo di licenziarli.
Il Giudice per le indagini preliminari dott. Fabrizio D’Arcangelo, su richiesta del PM della Procura di Milano dott. Stefano Civardi, aveva disposto il rinvio a giudizio di Angela Di Marzo “del reato di cui agli art. 110 e 326 c.p. perchè istigava ignoto pubblico ufficiale a rivelare le notizie di ufficio riservate” del comando provinciale dei CC di Milano riguardo a Corrado Delledonne, delegato dello Slai Cobas nel sito dell’Alfa Romeo di Arese. I fatti contestati alla Di Marzo risalgono al periodo compreso tra il 16 luglio e il 4 novembre 2009. Il 16 luglio 2009 lo Slai Cobas, con i lavoratori dell’Alfa e di Innova Service, fece una manifestazione davanti al Teatro Dal Verme di Milano in occasione degli STATI GENERALI PER L’EXPO organizzati da Formigoni, la Moratti e Boeri.
Quel giorno un centinaio di lavoratori Alfa e Innova entrarono nel teatro e Corrado Delledonne intervenne dal palco denunciando le speculazioni di Expo e i piani di licenziamento dei lavoratori Alfa di Innova Service, come poi si avverò. Nel periodo precedente e successivo a questa manifestazione i lavoratori dello Slai Cobas, dell’Alfa Romeo e di Innova Service sono stati oggetto di ogni sorta di angherie e soprusi, compresi sabotaggi e veri e propri attentati nei confronti di alcuni delegati dello Slai Cobas.
Il processo è iniziato il 17 settembre scorso presso la sezione IV penale del Tribunale di Milano in composizione collegiale. Il collegio è composto dal presidente Dr. Oscar Magi e dai giudici D.sse Monica M. Amicone e Maria Teresa Guadagnino. Oggi i giudici, dopo aver sentito le eccezioni procedurali della difesa della Di Marzo (avv. Luigi Liguori) riguardo le costituzioni di parte civile, la produzione di documenti, la citazione di una serie di testi e la competenza territoriale del Tribunale (volevano spostarla a Monza), e dopo aver sentito le argomentazioni contrarie del PM e del nostro avvocato Mirco Rizzoglio,si sono riuniti in camera di consiglio ed hanno poi emesso un’ordinanza che ha respinto tutte le eccezioni della difesa della Di Marzo. Corrado Delledonne e 42 operaii Alfa licenziati da Innova Service sono stati riconosciuti come parte civile.
Riconosciuto come parte civile anche lo Slai Cobas, a condizione che entro la prossima udienza si presenti un atto scritto (lo statuto) che dimostri che il coordinatore nazionale dello Slai Cobas è responsabile legale del sindacato. Nella prossima udienza, fissata per il 7 gennaio 2014, saranno sentiti i primi testi: 4 agenti e ispettori della Digos e Corrado Delledonne. All’Alfa di Arese i 70 lavoratori di Innova Service (Angela Di Marzo) da tre anni sono sulla strada e senza nessun sostentamento nonostante la Corte d’Appello di Milano abbia ordinato 4 mesi fa il reintegro. Il tutto avviene in un’area (2milioni e ½ di mq) sulla quale comandano assieme centrodestra e centrosinistra sia come proprietà (EUROMILANO, BRUNELLI, FIAT, ABP) che come istituzioni (Regione, provincia, comuni ed Expo). I padroni dell’area, i quali stanno investendo 800 milioni di euro per fare un ultra mega IPER e villette a volontà, hanno avuto una barca di soldi dalle solite banche e dalla Cassa Depositi e prestiti (Finiper di Brunelli). E ai comuni hanno dato la bellezza di 50 mln di euro. Per i lavori stanno per essere assunti 2mila operai, e almeno mille dovranno essere assunti nel centro commerciale. Ma a 4 mesi da una sentenza che ha ordinato il loro reintegro, gli operai di Innova sono ancora in strada e sono lasciati senza un euro.
I padroni dell’area non li vogliono assumere perché sono dello Slai Cobas e combattono
supersfruttamento, mafia e false cooperative.
VA TUTTO BENE PER LA MILANO DEMOCRATICA?
Arese, 15 ottobre 2013 Slai Cobas Alfa Romeo