Nella foto, da destra a sinistra, Federico Arata, Matteo Salvini, Steve Bannon e Mischael Modrikamen. Quest’ultimo portavoce del “Movement” di Bannon
L’inchiesta di Report in onda lunedì prossimo su Report (Rai 3, ore 21,20) ricostruisce l’incontro del 7 settembre scorso al Viminale tra Steve Bannon e Salvini, con la mediazione di Federico Arata, figlio di Paolo, l’uomo coinvolto nell’indagine siciliana che tocca il sottosegretario leghista Armando Siri. Dietro la nascita dell’esecutivo Conte il ruolo di Steve Bannon, ideologo dell’internazionale populista e ammiratore del modello Auschwitz
di CLAUDIO REALE
In auto ci sono l’uomo forte della destra mondiale e un emissario della Lega. Il primo è Steve Bannon, l’ex capo stratega di Donald Trump, ora diventato ideologo dell’internazionale populista, grande ammiratore del modello organizzativo del campo di sterminio nazista di Auschwitz, definito, letteralmente, “una figata, ingegneria di precisione all’ennesima potenza, fatta da Mercedes, Kropp, Hugo Boss… un complesso industriale istituzionalizzato per eccidi di massa”.
L’emissario della Lega è Federico Arata. È il figlio di Paolo, il perno dell’indagine che in Sicilia collega gli interessi del boss Matteo Messina Denaro e il sottosegretario leghista Armando Siri. Ma è anche consigliere a Palazzo Chigi del numero due del Carroccio Giancarlo Giorgetti. I due sono diretti al ministero degli Interni, dove Bannon incontrerà Matteo Salvini per farne il punto di riferimento italiano del suo “The Movement”.
Secondo un’inchiesta di Report (manderà in onda alcune immagini del documentario The Brink di Alyson Klayman distribuito da Wanted) che andrà in onda lunedì prossimo alle 21,20 su Rai 3, sarebbe proprio Arata jr l’artefice del rapporto fra Bannon e Salvini. È presente all’incontro fra i due del 7 settembre al Viminale.
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Dal servizio di Report emerge inoltre che l’organizzazione populista “The Movement” avrebbe avuto un ruolo chiave nella nascita del governo Conte. Secondo il portavoce del movimento di Bannon, Mischael Modrikamen, “Steve (Bannon, ndr) ha fatto pressioni su Salvini e Di Maio per formare l’attuale coalizione di governo”. Il contesto è la crisi seguita alle elezioni dell’anno scorso: dopo il fallimento delle consultazioni, Carlo Cottarelli riceve l’incarico di formare il governo, mentre il Movimento 5 Stelle evoca l’impeachment.
A quel punto Bannon attacca: “L’Italia è in una crisi di sovranità”, dichiara da Roma. “All’epoca delle trattative tra Salvini e Di Maio – ricostruisce adesso Modrikamen – (Bannon, ndr) ha detto loro “dovreste provare a fare questa alleanza populista””.
Seguendoli fin nei dettagli: “Ha certamente dato consigli a entrambi i leader – prosegue Modrikamen – e alla fine entrambi sono riusciti a fare un passo indietro, consentendo al primo ministro Conte di assumere un ruolo di comando”. Dal punto di vista di Modrikamen, del resto, l’Italia è “interessante”, un modello. Perché mette insieme populismo di destra e di sinistra.
Adesso, però, anche grazie ai buoni uffici di Arata jr, il riferimento è Salvini. Con un esperimento che come orizzonte temporale indica le europee di maggio. “L’Italia – secondo Bannon – è al centro dell’universo grazie all’ascesa di Salvini. Grazie a ciò che Salvini significa per l’Europa e grazie a ciò che significa per il mondo”.
Nel servizio, mentre si fa accompagnare al Viminale, l’ex consigliere di Trump istruisce Arata jr: “Intendiamo fornire inchieste, analisi di dati, messaggi dal centro di comando”. “Possiamo diventare il partito numero uno in Italia – gli risponde il giovane Federico – E poi dovrete dir loro che dobbiamo pianificare… Pianificare è la parola chiara… la vittoria per le Europee”.
24 aprile 2019