Al ministro è stato chiesto se la Russia sarebbe in grado di fermare “l’intervento degli Stati Uniti in Venezuela” se Washington decidesse di fare un passo avanti in tal senso.
“Alcuni definiscono la tua agenzia una fake news, ma ora stai facendo una domanda falsa”, ha detto il ministro. Così, Lavrov ha ricordato i numerosi tweet del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in cui accusa il canale televisivo di diffondere informazioni false.
Il Ministro russo ha ricordato che Mosca non accetta categoricamente l’esercizio di ostilità che violano le regole internazionali, ovunque si verifichi. Lavrov ha sottolineato che l’uso della forza può essere autorizzato solo dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o utilizzato in risposta all’aggressione, cosa che non si osserva nel caso del Venezuela.
In precedenza, il governo della Repubblica bolivariana ha deciso di bloccare CNN en espanol su Internet. I rappresentanti della commissione nazionale delle telecomunicazioni del paese sudamericano hanno osservato che il contenuto delle trasmissioni della CNN costituisce “un attacco diretto contro la pace e la stabilità democratica del popolo venezuelano”.
Il 30 aprile Juan Guaidó, circondato da persone in uniforme militare, è apparso in un video in cui esortava i militari a ribellarsi e rivoltare il presidente Nicolás Maduro. Il politico ha dichiarato che l’esercito si è schierato dalla sua parte e che è giunta “la fase finale dell’operazione Libertà”. Nel video oltre a Guaidó è apparso un altro influente politico dell’opposizione, Leopoldo Lopez, che prima si trovava in stato d’arresto e, secondo le sue stesse parole, è stato liberato dai militari.
Qualche ora dopo la pubblicazione del video messaggio di Guaidó, Maduro ha affermato di aver parlato con i comandanti di diverse unità strutturali (REDI e ZODI), che gli hanno mostrato la loro “completa fedeltà” e assicurato che resteranno fedeli al Popolo, alla Costituzione e alla Patria.
07.05.2019