di MOWA
” Nel sistema instaurato con la rivoluzione francese tutto ciò che è immorale è impolitico, tutto ciò che è atto a corrompere è controrivoluzionario. Le debolezze, i vizi, i pregiudizi sono la strada della monarchia.“
Robespierre
Parlando della politica e dei politici di oggi c’è da mettersi le mani nei capelli. Ciò che accade allontana le persone dalle decisioni della cosa pubblica anche sul versante elettorale. La conquista del suffragio universale da parte dei cittadini ha dato modo da questo paese, di avere un sistema partecipato e democratico e non più totalitario e autarchico.
Purtroppo, per tornare al secondo sistema, basta cominciare con l’inquinare la politica, con la “P” maiuscola (che dovrebbe proiettarsi, invece verso un benessere collettivo) ed avere soggetti, che prediligono (sia di propria sponte ideologica che per “prezzolaggine“) mettere in primo piano la propria figura individuale che pensa ad ottenere una carica, una poltrona, ecc. ad ogni costo, schiacciando, se necessario, chiunque si frapponga all’obiettivo prefissato.
Questo modo d’agire impolitico (e si badi bene che non vuol dire essere sprovveduti o non fare scelte ma che questo agire non è conforme ai principi di una politica saggia e avveduta nell’interesse della collettività), degli ultimi anni e, in più, la scomparsa istituzionale dei partiti che esaltavano, correttamente, le ragioni della necessità di estendere la moralizzazione nei diversi aspetti della politica, ha dato, una forte accellerazione ad aspetti inquietanti di regresso sociale, regresso causato,anche, da personalità (se così si possono definire) che hanno prodotto tanta convenienza politica ad personam in quello che Robespierre definiva: immorale, atto a corrompere e controrivoluzionario.
Negli ultimi decenni si sono spesi e ancora si spendono fiumi d’inchiostro sulle testate giornalistiche o nelle aule giudiziarie per descrivere i vari casi di impoliticità dei componenti dei partiti senza capire che il fenomeno è ben più profondo e derivato da una posizione determinata e consapevole di soggetti che sono contro le basi democratiche di una Repubblica ed è per questo che costoro devono essere messi in condizione di non sfruttare l’onda di consenso che gli hanno cucito addosso i veri manovratori di questi inopportuni pupi.
A dimostrazione dell’antisocialità dell’impolitica di costoro sono le continue condanne per corruzione, dove i politici sono diventati il binario di scambio tra malaffare e imprenditoria, tra benessere e disagio, tra evoluzione e involuzione; dove i vari manovratori di siffatti pupi si prodigano a trovare nuove soluzioni da proporre ai cittadini/elettori con nuove organizzazioni/movimenti onde evitare che qualcuno possa proporre una soluzione partecipativa che abbia le stesse identiche prerogative (non la fotocopia) del P.C.I. di Enrico Berlinguer.