Le giuste osservazioni di Giulio Cavalli (nel post sotto) inerenti il pestaggio del giornalista a Genova da parte della Polizia mette in evidenza la vecchia proposta democratica di inserire il numero identificativo agli agenti con funzioni di ordine pubblico.
Un numero identificativo che farebbe finalmente luce tra gli agenti democratici e quelli propensi all’abuso, quelli che dovrebbero picchiare (da manuale) sulle parti come bicipiti, quadricipiti, polpacci, per indolenzire la muscolatura ma non provocare danni irreparabili all’organismo. Una richiesta banale che farebbe saltare la filiera di copertura tra politici e poliziotti che hanno nostalgia del ventennio fascista e nulla hanno a che fare con la nostra Costituzione. Politici e poliziotti antidemocratici che si mimetizzano dietro quella finta appartenenza “siamo dalla stessa parte“, “siamo colleghi” e, invece, arrecano più danno agli onesti che ai disonesti.
MOWA
I poliziotti hanno picchiato un innocente al comizio di CasaPound. Ma gli è andata male: era un giornalista
Di Giulio CavalliGenova CasaPound giornalista – “Ho visto tanta rabbia da parte della polizia, è stata una caccia all’uomo. A prescindere dal fatto che sia un giornalista, è grave che mi abbiano colpito quando ero a terra inerme”. Lo dice dal letto dell’ospedale Stefano Origone, il cronista di Repubblica selvaggiamente picchiato durante gli scontri per il comizio di CasaPound a Genova (qui un riassunto delle ultime notizie). Ed ha centrato perfettamente uno dei punti essenziali di questa storia che fa schifo dia qualsiasi parte la si guardi.
Fa schifo perché siamo in un Paese in cui esiste CasaPound e non è normale che i fascisti continuino ad agire indisturbati, no. Se davvero vogliamo fermarne la deriva allora che ci sia un giudice (possibilmente qui, non a Berlino) che abbia il coraggio di dire che questi sono contrari allo spirito costituzionale e democratico del Paese. Ma fa schifo che dei poliziotti picchino una persona inerme e già a terra.
Fa schifo sia che sia un giornalista, un commercialista, uno studente, un operaio o un disoccupato. Fa schifo comunque.
Gli è andata male che questa volta hanno beccato qualcuno che ha la voce per difendersi e per raccontare a tutto il Paese cosa sia successo. Provate a pensarci: se fosse stato qualcuno senza voce come avremmo potuto saperlo?
Fa schifo anche che la polizia difenda un comizio di fascisti. Sì, anche questo fa schifo. E fa schifo che la vicenda si chiuda con le scuse contrite di un Questore che invece dovrebbe essere rimandato a casa, a fare ben altro lavoro, come sarebbe immediatamente accaduto se si fosse trattato di qualsiasi altro in un ruolo di quella responsabilità.
Guarda il video: Casapound a Genova: giornalista picchiato dalla polizia durante gli scontri tra antifascisti e forze dell’ordine
Genova CasaPound giornalista – Dovrebbe essere rimandata a casa tutta la catena di comando che piuttosto che garantire l’ordine pubblico ha garantito, come spesso accade, la propria impunità nascosta dietro la divisa. E fanno schifo tutti quelli che ancora non hanno capito che il numero identificativo per le forze dell’ordine serve proprio per evitare soprusi come questi.
Fa schifo anche chi pensa che l’ordine pubblico si garantisca solo con il manganello, per di più da persone che non riconoscono un pericolo manifestante da un giornalismo. Il giornalismo pestato fa schifo. Roba da terzo mondo, davvero. Roba da Stato autoritario come non accadeva da mesi.
E fa schifo anche il tentativo di scusare il poliziotto da parte di qualcuno parlando di concitazione e adrenalina perché questi dovrebbero essere dei professionisti della concitazione e dell’adrenalina. E, tanto che ci siamo, fa schifo anche chi dirà che si vuole fare di tutta l’erba un fascio: qui si sta parlando di questa vicenda. C’è scritto nella prima riga.