di: Cristiano Mais
Forti polemiche in Francia dopo il j’accuse di un alto vertice militare sulla partecipazione del suo paese al conflitto in Siria.
Si tratta del colonnello Francois Régis Legrier che ha firmato un lungo, polemico intervento sulla sempre asettica rivista RDN, Revue Defense National.
Un intervento subito dopo la sua uscita oscurato dal web.
Régis Legrier ha diretto la Task Force Wagram in alcuni mesi cruciali a cavallo tra 2018 e 2019, in particolare da ottobre a febbraio. Un contingente dell’artiglieria francese, Walgram, posizionato lungo la frontiera tra Irak e Siria.
Il suo “verdetto” strategico sulle scelte militari della coalizione internazionale, Francia compresa, scelte effettuate per abbattere l’ultimo bastione dello Stato islamico – secondo l’agenzia Reuters – è “senza appello”.
Ecco cosa scrive il colonnello. “Alla fine, la questione che si pone è di sapere se la liberazione di una regione si può non ottenere al prezzo della distruzione di tutte le sue infrastrutture, ospedali, luoghi di culto, strade, ponti, abitazioni etc.”. E continua: “Certo, la battaglia di Hajin (da settembre 2018 a gennaio 2019, ndr) è stata vinta, ma ad un costo esorbitante e al prezzo di tante distruzioni”.
L’operazione “Roundup”, lanciata dalla coalizione nella primavera 2018, si è tradotta nel lancio di migliaia di bombe sui territori occupati dalle postazioni islamiste nell’est della Siria, provocando sia gigantesche distruzioni infrastrutturali che la morte e il ferimento di migliaia e migliaia di persone. Un vero sterminio, del tutto oscurato dai media occidentali, che si sono limitati alle immagini dei martiri di Aleppo.
Praticamente ignorando i disastri provocati dalla coalizione di “liberazione” (sic).
Le dichiarazioni del colonnello Régis Legrier stanno provocando una serie di reazioni polemiche in Francia (dove non pochi parlano di vera e propria “Guerra clandestina”), a cominciare da quelle – indignate – del ministro delle Forze Armate, Florence Parly.
3 Giugno 2019