di Roberto Innocenti Torelli
LA “QUESTIONE MORALE“
Eugenio Scalfari intervista Enrico Berlinguer 1981/1983
e “IL PROGRAMMA A MEDIO TERMINE PER UN GOVERNO RIFORMISTA” 1976/77
Un altro tema fu quello della questione morale, affrontato da lui nell’intervista del 1981 ma poi ripreso molte volte. La questione morale per lui non erano le ruberie perpetrate da uomini politici; quelli erano reati da denunciare alla magistratura. La questione morale era invece l’occupazione delle istituzioni da parte dei partiti.
Questo, secondo lui, era necessario fare e la leva avrebbe dovuto essere il rispetto letterale della Costituzione come avevano più volte auspicato Bruno Visentini e il nostro giornale che l’aveva sostenuto.
Anche Berlinguer lo sostenne fin dall’81 ma ci ritornò con la massima chiarezza sul nostro giornale nel maggio dell’83.
“Noi vogliamo un governo diverso, un governo-istituzione, formato sulla base dell’articolo 92 della Costituzione, cioè che nasce su scelta del presidente del Consiglio incaricato dal capo dello Stato senza patteggiamenti con le segreterie dei partiti.
Chiediamo cioè il rispetto puro e semplice della Costituzione e siamo certi che se si cominciasse a far così l’esempio si trasmetterebbe alle istituzioni minori, enti, banche, unità sanitarie, televisione e tutta l’infinita serie del sottogoverno.
Questo è per noi il governo diverso. Per noi qualunque governo dev’essere costituito così indipendentemente dal colore della maggioranza che lo sorregge”.
Intervista rilasciata da ENRICO BERLINGUER alla viglia delle elezioni europee, poi vinte dal P.C.I., alla rivista EUROPA, 6 giugno 1984, poche ore prima della sua morte. Berlinguer ecco cosa rispondeva alla domanda:
”C’è un rapporto stretto fra il voto europeo e la situazione politica italiana?”
Berlinguer risponde:
”Certo. Soprattutto nel senso che dobbiamo portare in Europa l’immagine e la realtà di un Paese che non sia caratterizzato dalla P2, dalle tangenti, dall’evasione fiscale e dalla iniquità sociale qual è quella che si è vista col decreto che taglia i salari, per portare invece nella Comunità europea il volto di un Paese più pulito, più democratico, più giusto.
Noi non siamo per una finanza allegra. Possiamo anche andare in deficit ma prima occorre che tutti paghino le tasse”.
Un bel programma elettorale, chiaro, trasparente come lo sguardo del politico che lo aveva espresso.
Roberto Innocenti Torelli cosa c’è di simile oggi?
NIENTE!!!
Cosa occorre fare per rendere strutturali le affermazioni di Enrico Berlinguer?
Eliminare l’evasione fiscale per rendere trasparente ed equo socialmente il sistema tributario e per eliminare tangenti e corruzione.
Una riforma fiscale che applichi l’articolo 53 della Costituzione e che introduca forti aliquote progressive sui redditi (come avvenne con il New Deal di Roosevelt) che si applichino su redditi effettivi, resi tali dalla deducibilità delle spese occorrenti per il normale svolgersi della vita quotidiana e che, automaticamente, debelli l’evasione fiscale.
La riforma fiscale Costituzionale vale circa 260 miliardi annui.
IL P.C.I. SULL’EMIGRAZIONE E SUL SISTEMA TRIBUTARIO
IL PROGRAMMA A MEDIO TERMINE PER UNA SINISTRA RIFORMISTA
Quanto leggerete è attualissimo!
(Lo trovate giusto questo programma di riforme economiche e sociali per uscire da questa situazione di crisi economica, sociale, culturale e politica)?
Per tale scopo occorrono politiche economiche e sociali per il pieno sviluppo del Mezzogiorno tendente ad utilizzare tutte le risorse materiali ed umane per impedire la cronica disoccupazione!
Per l’allargamento della base produttiva non è sufficiente, è anzi controproducente, sostenere le imprese sul mercato a mezzo di politiche di incentivazione,di aiuti,di contributi a fondo perduto,che non servono ne a rendere competitive le imprese ne a stimolarle ad effettuare nuovi investimenti.(Come la classe dirigente, anche quella nuova, va predicando ogni minuto)!
La riqualificazione e allargamento della base produttiva del Paese possono essere ottenute con una domanda in grado sia di soddisfare i bisogni dei lavoratori (case popolari, istruzione pubblica, trasporto pubblico, sanità pubblica, etc.) sia di fornire nuovi sbocchi alle imprese. (Cioè attuare gli obblighi costituzionali)!
L’espressione di tale domanda non può che coincidere con le regioni e gli enti locali, in quanto consumatori – espressione di volontà popolare – e non meri organi di spesa mettendo fine alla continuità storica del potere clientelare democristiano (trasformatosi in quello berlusconiano e renziano)!
La realizzazione di tali programmi prevede che venga affrontato congiuntamente sia il problema del “vincolo di bilancio” sia quello delle risorse finanziarie (le cosiddette compatibilità economiche)!(Come da Costituzione nel suo originale articolo 81)
Dal lato delle risorse finanziarie, delle entrate dello Stato, i problemi più urgenti oggi sono costituiti dalla presenza di una area di evasione fiscale sempre più vasta e dalla conseguente esigenza di incidervi in modo rigoroso, eliminando i guasti e le contraddizioni della cosiddetta riforma tributaria del 1973.
Questa, anziché attuare il disposto costituzionale dell’equità, di fatto si è tradotta in un maggiore carico di imposte sui lavoratori!
Il problema non più procrastinabile di recuperare tutti i redditi evasi deve essere presente nel programma economico e sociale a breve termine per evitare che nuove spese a carico dello Stato si traducano in nuove imposte che colpiscono essenzialmente i lavoratori!
La lotta alle evasioni non può più essere risolta nella logica dei 2 tempi: quella necessaria per il recupero e quella successiva dell’utilizzo.
Uno strumento idoneo per impedire l’evasione fiscale è l’applicazione del controllo incrociato.
Si tratta di ammettere in deduzione le spese primarie, di prima necessità, come quelle sulle case in affitto e sulle spese mediche (applicare l’articolo 53 della Costituzione).
Così obblighiamo i proprietari di case ed i medici, come in altri casi, a sommarle al proprio reddito. (Fine dell’evasione applicando l’articolo 53 della Costituzione – a diversi spiace a molti piace)!!
In tal modo si conseguirebbe una maggiore giustizia tributaria come da dettato costituzionale sia un più preciso accertamento del reddito! (Realizzazione dei 2 commi, di capacità contributiva e di progressività dell’intero sistema tributario, del citato articolo 53)!
Occorre superare la logica degli accertamenti induttivi ed introdurre i sistemi analitici deduttivi sistematici in modo da avere i redditi effettivi e per essere nella piena disponibilità delle risorse finanziarie! (Come sopra)!!!
Anche la gestione del credito deve fare parte del programma a breve termine. Nel senso che deve essere bloccato il sistema bancario che lo vede soffocare, con interessi di usura, sia agli enti locali sia le imprese!
Quanto avete letto non è di oggi ma si legge negli Almanacchi del 1976 e 1977!
Dal 1967 il P.C.I. organizzava le conferenze annuali sull’emigrazione, sia interna (dal Sud al Nord) che quella all’estero!
Conferenze per fare in modo che l’emigrazione fosse una libera scelta e non un obbligo derivante da necessità economiche e sociali!