Manca ormai poco all’incontro tra i capi di Stato cinese e statunitense. E proprio adesso, alcuni americani hanno minacciato che, in caso di mancato accordo commerciale tra le due parti, Washington imporrà nuovi dazi sui prodotti importati dalla Cina. Questo modo di fare viola l’intesa raggiunta dai due capi di Stato e non corrisponde allo spirito che ha caratterizzato la recente conversazione tra i leader dei due Paesi. Non è un atteggiamento assunto da chi vuole davvero risolvere le cose.
La posizione della Cina sulla risoluzione delle questioni economico-commerciali è sempre stata coerente: Beijing sostiene da sempre la necessità di portare avanti un dialogo paritario. Nell’ultimo anno, la Cina ha condotto con la massima sincerità e il massimo impegno 11 round di consultazioni commerciali di alto livello con Washington, conseguendo progressi importanti. Tuttavia, gli Stati Uniti non hanno adempiuto alle loro promesse, aumentando continuamente i dazi. Ciò ha compromesso gravemente le consultazioni.
Beijing considera da sempre il dialogo come la prima scelta per la risoluzione delle questioni commerciali. Tuttavia, la cooperazione si basa su alcuni principi e le consultazioni hanno un limite minimo. Attualmente, i due Paesi hanno dato forma a un quadro di interessi caratterizzato da una grande complementarità e una profonda integrazione. In una guerra commerciale non ci sono vincitori, entrambe le parti in conflitto ne escono danneggiate. Il governo americano non può ignorare le forti voci che si levano contro l’imposizione di nuovi dazi provenienti dalle diverse fasce sociali.
2019-06-27