di MOWA
Lega, un prodotto del laboratorio della Fondazione Agnelli, (che aveva deciso la “sostituzione” del vecchio sistema dei partiti colpiti dal fenomeno tangentizio nella c.d. prima Repubblica con nuove formazioni) la si poteva immaginare come una meteora della politica ma non che diventasse anche peggio dei vecchi partiti, e che fosse bugiarda a fronte dei fatti circostanziali che la schiacciano alle proprie responsabilità di fronte agli italiani ed alla magistratura.
Una Lega che condannava la politica craxiana, perché coinvolta nel sistema delle tangenti, e, poi, qualche tempo dopo si alleava con le politiche del maggior alleato e sostenitore di Craxi, Silvio Berlusconi e Forza Italia.
Sinceramente, non ci si sarebbe aspettati una così vistosa “faccia tosta” da parte dell’apparato di quel partito per ciò che li vede tirati in ballo come la vicenda del crac di Credieuronord (<< Soldi che si erano volatilizzati (con quella banca, la Credieuronord), quando vennero, letteralmente, messi in mutande, persino pensionati che avevano dato fiducia al progetto padano versando i sudati risparmi di un’intera vita di lavoro >>) sino ai circa 49 milioni di €uro truffati agli italiani, passando dalle malefatte – dicevamo anni fa – dall’immobiliarista << Stefano Ricucci, (quello della scalata, con Giovanni Consorte-Unipol, Emilio Gnutti, Giampiero Fiorani alla costruzione di una grande banca) e per bocca di Roberto Maroni: “Mi ha ispirato un’istintiva simpatia, perché è stato duramente attaccato da chi ha spazio sui mezzi d’informazione, come è capitato a noi della Lega”. Memorabili le dichiarazioni di una leghista doc sulla vicenda della Credieuronord: “Siete passati attraverso il mio cuore per arrivare alle tasche” >>, che hanno condizionato la politica di questi ultimi 20-25 anni e, ancor oggi, sotto gli occhi di tutti, tanto da sembrare estranei ai fatti che li ha visti protagonisti o sfiorati in prima persona.
Una “faccia tosta” così smisurata, da parte dell’apparato di quel partito e dell’attuale leader della Lega, Matteo Salvini, che osa prendere per il naso gli stessi leghisti pur di non far emergere la parte poco chiara rispetto ai quattrini degli italiani e a chi vanno esattamente. Una faccia così “tosta” il leader, di quella che ora è Lega per Salvini premier, che dovrebbe, per statuto essere espulso come avvenne con molti altri prima di lui (es. Flavio Tosi, nell’aver dato vita ad una fondazione dal nome Ricostruiamo il Paese). E sono due le argomentazioni che dovrebbero richiederne l’espulsione: la prima è che nella nuova Lega recita: << Tutti i simboli usati nel tempo da Lega per Salvini Premier o dai movimenti (incluse le articolazioni territoriali regionali) in essa confluiti, o modificati, o che in essa confluiranno, anche se non più utilizzati, o modificati, o sostituiti, sono di proprietà esclusiva della Lega per Salvini Premier >> [1] in un tentativo meschino di non imbarcare i debiti della Lega di Bossi; la seconda, e ben più grave, è quella inerente quello dello statuto della Lega Nord che all’art. 33 recita: << La qualifica di Associato Ordinario Militante è incompatibile con l’iscrizione o l’adesione a qualsiasi altro Partito o Movimento Politico, associazione segreta, occulta o massonica, a liste civiche non autorizzate dall’organo competente. Il verificarsi di tale incompatibilità è motivo di espulsione dalla Lega Nord >> [1]. Tradotto vuol dire che chi è iscritto alla Lega Nord per l’Indipendenza della Padania non può aderire ad altri organizzazioni politiche, pena l’espulsione. Norma, questa – ironia della cosa e della “faccia tosta” dell’apparato – approvata dal consiglio federale nell’ottobre del 2015, quando Matteo Salvini era già segretario della Lega Nord e quindi, due anni prima della nuova apparizione della Lega per Salvini Premier.
Qualche tempo dopo compaiono strani rapporti della Lega con il reazionario – “ideologo dell’internazionale populista e ammiratore del modello Auschwitz” (sostiene il quotidiano la Repubblica), Steve Bannon, attraverso, Federico Arata uno dei figli dell’arrestato Paolo, ex consulente per l’Energia del ministro Salvini accusato per “intestazione fittizia, corruzione e autoriciclaggio”.
In questi giorni, invece, le cronache parlano della Procura di Milano in quanto ha aperto un fascicolo di inchiesta “sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega di cui hanno parlato alcune inchieste giornalistiche, sia negli Stati Uniti sia in Italia. L’ipotesi di reato, formulata dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, sarebbe corruzione internazionale. Alcune persone sono già state sentite in Procura”.
Diventa difficile credere alla bontà delle giustificazioni a discolpa di siffatti politici con un pedigree così corposo, e non si sono volute tirare in ballo le vicende legate alla raccolta fondi attraverso alcune associazioni, ecc. per non rendere più triste il già carico fardello di frottole dei ministri, deputati, parlamentari… che fanno arzigogolati discorsi a giustificazione nelle varie passarelle televisive.
Ma pazientemente aspetteremo il verdetto della magistratura che ha saputo fare giustizia su un’altra figura politica del PSI che si riteneva intoccabile ed è morto all’estero in contumacia. E, forse, intravedere un certo nervosismo da parte del capo leghista, che chiede di rimandare al 5 novembre il processo per vilipendio alla magistratura, diventa sinonimo di una pallida scivolata verso il basso, nonostante il consenso elettorale, diventando da “capitano” un capitone che, si sa, usa la sua viscidità per non essere messo in padella.
[1] da: Il libro nero della Lega di Giovanni Tizian – Stefano Vergine ed. GLF Laterza, pag 73