Dal 14 al 22 luglio si è svolto nel Xinjiang si sono tenute una serie di interviste dal tema “Nell’area centrale della cintura economica della via della seta”. All’attività, che è stata promossa dall’Ufficio stampa del Consiglio di Stato cinesi, hanno partecipato giornalisti di 24 paesi tra cui Cina, Stati Uniti, Russia, Italia, Arabia Saudita, Turchia, Giappone e Iran i quali si sono recati in diverse parti del Xinjiang per condurre interviste approfondite e tenere incontri faccia a faccia con gli studenti dei centri di istruzione e formazione professionali, con il personale docente islamico e con i membri di tutti i gruppi etnici presenti nella regione autonoma. I giornalisti dei diversi paesi hanno espresso la loro approvazione e lodato il lavoro svolto dal governo cinese nel reprimere e prevenire il terrorismo, proteggere la libertà di credo religioso dei cittadini, proteggere la cultura tradizionale delle minoranze etniche e sviluppare l’economia a beneficio della popolazione secondo quanto previsto dalla legge.
Paolo Salom, vicedirettore del Dipartimento internazionale del Corriere della Sera, ha sottolineato che il centro di istruzione e formazione è una scuola e non un “campo di concentramento” come invece alcuni media stranieri riportano. Da quanto ha potuto constatare di persona sul posto, gli studenti qui possono non solo imparare leggi e regolamenti ma anche apprendere competenze professionali per adattarsi meglio alla società moderna, il che è senza dubbio il modo giusto di sconfiggere l’estremismo attraverso l’istruzione.
2019-07-23